di Sebastián Borensztein, Argentina , Spagna, 2017, 116′
con Ricardo Darín, Luis Brandoni, Chino Darín, Verónica Llinás, Daniel Aráoz.
Argentina, 2001. Fermín Perlassi, ex attaccante di Alsina, sogna di comprare un silo dismesso e formare una cooperativa con la moglie e alcuni vecchi amici. Raccolto il denaro sufficiente e convinto da un burocrate senza scrupoli a depositarlo in banca, si ritrova improvvisamente impossibilitato a disporne dal Corralito, restrizione governativa alla libera disposizione della liquidità. Disperato e privato insieme ai compagni dei risparmi di una vita, si arrende al destino almeno fino al giorno in cui uno di loro non scopre per caso che il loro bancario gli ha scientemente derubati con la complicità di Manzi. Sciacallo ossessionato dal controllo, il suo socio ha fatto scavare nel mezzo del nulla una fossa per la sua cassaforte. Dentro ci sono tutti i sogni rubati alla piccola comunità rurale, fuori una porzione di quella comunità decisa a riprenderseli.
Adattamento di un romanzo di Eduardo A. Sacheri ("La noche de la usina"), Criminali come noi è una commedia proletaria su una vendetta collettiva maturata nell'Argentina della crisi economica e sociale che la investì al debutto degli anni duemila.
Filmtv.press. Commedia umanista politicamente meno innocua delle apparenze. La crisi argentina dell’epoca evidenziò il marciume su cui si fonda il neoliberismo: il pueblo fu chiamato alla resilienza, spesso sinonimo di arrendevolezza e remissività, altroché. Nell’immediatezza della truffa, del furto istituzionale, il conflitto sembra non a caso del tutto assente dall’orizzonte degli eventi. E ancora guarda caso sono i due anziani della banda, l’anarchico e il peronista della prima ora, a lanciare l’idea del piano. Il regista Sebastián Borensztein non è Mario Monicelli, al quale però Criminali come noi sarebbe piaciuto. Di Ricardo Darín, il protagonista, si può dire solo benissimo, ma il cast merita tutto.