di Richard Eyre, Gran Bretagna, 2017, 105′
con Emma Thompson, Stanley Tucci, Fionn Whitehead, Anthony Calf, Jason Watkins.
iudice dell'Alta Corte britannica, Fiona Maye è specializzata in diritto di famiglia. Diligente e persuasa di fare sempre la cosa giusta, in tribunale come nella vita, deve decidere del destino di Adam Henry, un diciassettenne testimone di Geova che rifiuta la trasfusione. Affetto da leucemia, Adam ha deciso in accordo con i genitori e la sua religione di osservare la volontà di Dio ma Fiona non ci sta. Indecisa tra il rispetto delle sue convinzioni religiose e l'obbligo di accettare il trattamento medico che potrebbe salvargli la vita, decide di incontrarlo in ospedale. Il loro incontro capovolgerà il corso delle cose e condurrà Fiona dove nemmeno lei si aspettava.
Tratto dal libro di Ian McEwan "La ballata di Adam Henry" .
Mymovies.it. Un racconto di austera bellezza e straordinaria gravità che ci interroga sul ruolo della giustizia nelle nostre vite.
Per quanto si provi a dire a parole il film di Richard Eyre, mancherà sempre all'appello l'essenziale. E l'essenziale in The Children Act - Il Verdetto è l'indicibile, quello smarrimento violento e improvviso che coglie qualche volta l'individuo fino a rovesciarne lo spirito e spostare per sempre il suo cuore più in là. Di questo spiazzamento esistenziale fa esperienza Fiona Maye, giudice nata dalla penna di Ian McEwan ("La ballata di Adam Henry") e confrontata con una richiesta urgente in risonanza con la sua vita privata. Una vita trascorsa a esaminare situazioni altamente conflittuali, a valutare punti di vista che si oppongono, a divorare il tempo che avrebbe dovuto condividere col marito, a risolvere e risolversi con misura e distacco. Ma la fragilità del suo matrimonio e lo stato di salute di un adolescente rompono il suo delicato e costante esercizio, costringendola a confrontarsi bruscamente con se stessa per donare un nuovo senso alla parola responsabilità.
Repubblica.it. Il tema della giustizia è un tema che può essere ricondotto alla vita di chiunque, sebbene le sentenze del giudice Maye affrontino casi estremi che difficilmente possono capitare nella vita di tutti i giorni. Ne è convinto Richard Eyre che dice: "Con questo film abbiamo drammatizzato una scelta morale in modo esplicito, tutti si trovano a compiere scelte morali nella propria vita che non sono mai decisioni facili da prendere perché non si tratta di bianco e nero. Io provo un grande fascino verso questo tema per questo ho scelto di raccontare al cinema questa storia che racconta una scelta giuridica che è anche morale".
Eyre è d’accordo che la forza del film è la performance di Emma Thompson. "Ci conosciamo molto bene, la fiducia tra noi è grande per cui ci siamo messi d’accordo facilmente su come affrontare questo personaggio. Che doveva essere raccontato tenendo a bada le emozioni in modo che poi alla fine quando i suoi sentimenti fossero venuti fuori sarebbe stato un vero vulcano emotivo".
Filmtv.press. Il verdetto usa la tipica eleganza del cinema inglese come una forma d’espressione; un modo per aggirare la difficoltà di rendere la profondità della parola. Lo stesso McEwan, adattando per lo schermo il proprio lavoro, sceglie di eliminare i pensieri dei suoi personaggi e l’insondabile complessità delle loro decisioni. Affidandosi alla regia discreta di Eyre e alla straordinaria presenza di Emma Thompson, Stanley Tucci e Fionn Whitehead, trasforma la storia della giudice cinquantenne Fiona Maye, nel dramma concreto, sentimentale più che morale, di una donna messa di fronte a un bilancio esistenziale. Non c’è salvezza, né tantomeno condanna. C’è la vita, piena di rimpianti e d’amore, e c’è il cinema, che la osserva a distanza per una volta senza svilirla.