sabato 20 gennaio 2018
Stefania Pedretti / ?Alos. Muse of chaos (queer-ancestral-pagan-doom-avant-metal): Queer perchè non accetta nessuna identità di genere; Ancestral perchè la sua musica rievoca tempi lontani e dimenticati, scuote e ricollega ad una parte profonda di se stessi; Pagan perchè è contro tutte le religioni; Doom perchè la sua musica è lenta, fisica e penetrante; Avant perchè il suo suono non è attuale; Metal perchè è dentro di lei.
?Alos è questo e molto di più: musica, performance, danza, attivismo politico, critica sociale, storia, femminismo, anarchia. Attiva dal 1998, fa parte di OVO e ALLUN.
Musicista e performer sperimentale, dal 2003 inizia ad unire queste due discipline per creare delle performance/spettacoli in cui la musica dal vivo è un elemento fondamentale.
'Jack Cannon è lo pseudonimo scelto per il primo album solista da Bruno Dorella, musicista di spicco della scena underground nazionale con un curriculum vitae di tutto rispetto, in cui trovano spazio esperienze in formazioni poliedriche (Bachi Da Pietra, Ronin, OvO, SIGILLUM S) e persino un episodio come direttore della Byzantium Experimental Orchestra. Questa volta, però, Dorella fa tutto da solo, occupandosi di batteria, chitarra, basso, percussioni e persino della parte elettronica. Ad aiutarlo nell'impresa ci pensa soltanto qualche amico alla voce, ognuno con un proprio ruolo ben circoscritto: non dei semplici turnisti addetti alle sezioni vocali, dunque, ma veri e propri personaggi che operano all'interno del teatro surreale allestito da Dorella.
L'intero lavoro, formato da un lungo brano per lato, è stato ispirato da "Trama - Il peso di una testa mozzata", romanzo a fumetti di Ratigher pubblicato nel 2011. Il mostro di fango armato di forcone - presente in quelle pagine - prende quindi definitivamente vita all'interno dell'album, tenendo in ostaggio l'ascoltatore minuto dopo minuto. Al miraggio della voce di Matteo Sideri aka Tegu (Ronin, Above The Tree) è affidato il racconto della storia del mostro in lingua inglese, sopra un papier collè di percussioni etniche, field recording, voci esotiche, cori tribali in loop e arpeggi suadenti.
Dopo la minaccia iniziale, che appare tuttavia dissimulata da ritmi mistici e allettanti, la parte finale esplode invece in un climax frenetico di chitarre irascibili e declamazioni sardoniche ("non siamo niente/ siamo anime fuse nella pelle"). La seconda metà del disco riparte in seguito con l'avvincente lettura di Dino Buzzati da parte dell'attore Marco Cavalcoli (della compagnia ravennate Fanny & Alexander), che lascia in seguito il posto all'agile rap del modenese Moder nelle veci di Kurt Vonnegut, prima dello straniante finale a voce distorta.
In definitiva, si tratta di un album il cui ascolto è un'esperienza che non può lasciare indifferenti, composto da un crescendo dai toni epici e dagli stravolgimenti repentini. Non c'è alcun personaggio in cui immedesimarsi, né alcuna luce in fondo al tunnel: così Jack Cannon rapisce e annichilisce l'ascoltatore in poco più di mezz'ora di orologio.'
NR nasce grazie a un fortunato giro di tarocchi, e deve il suo nome alle inclinazioni hippies di famiglia. Cresce ascoltando di nascosto dischi di Laurie Anderson e Lou Reed diversi anni prima che i due diventino di fatto una coppia. Da adolescente il punk e l'hardcore gli spalancano le porte della controcultura, e il rumore diventa parte integrante della sua vita. A inizio 2013 fonda la label underground Dio Drone, piccolo punto di riferimento per la musica estrema nostrana, e inizia a sperimentare in solitaria
le proprie inclinazioni più drone, ambient e noise, alternando materiale d'atmosfera a selvaggi readings su tappeti industrial. La prima release arriva grazie alla collaborazione con BleuAudio Records, che il 22 novembre 2017 pubblica 'De Profundis Clamavi Ad Me Demone', un 7'' one side contenente un' unica traccia dalle influenze mistiche e sinistre realizzata con il solo utilizzo di voce e un pezzo di ferro. Deluso dal suo primo amore, la scrittura, inizia a militare in diverse bands del giro underground fiorentino, e si convince che urlare in un microfono
sia più poetico di un film di Frank Capra.
I live si fanno sempre più frequenti. Partecipa all'International Noise Conference di Bruno Dorella, al Bruma Fest di Sobremesa insieme ai Mohammad, e apre concerti di Pharmakon e Jozef Van Wissem. Dicembre vedrà poi la nascita di una nuova particolare collaborazione, questa volta con Shaman Tapes.
Da sempre appassionato di stregoneria e cinema in bianco e nero, ma soprattutto di musica che non abbia veri e propri binari di tempo o genere, nel progetto che porta il suo nome Nàresh Ran fonde diversi elementi della propria personalità introversa, disegnando paesaggi sonori sospesi quasi da monastero, basati più sull'atmosfera che su note o accordi. Armato prevalentemente di 'non strumenti' costruiti a mano da amici visionari e della sua voce riverberata, ne scaturiscono piccoli rituali sonori ipnotici e a tratti violenti, come a creare uno spazio onirico in cui diversi estremi coesistono e ballano insieme.