di Mario Tronco, Gianfranco Cabiddu, Italia, Francia, 2018, 83′
con Ernesto Lopez Maturell, Violetta Zironi, El Hadji Yeri Samb, Petra Magoni, Fabrizio Bentivoglio
Libero riadattamento della celebre opera mozartiana, immaginata come un racconto orale tramandato di generazione in generazione e di paese in paese, "Il Flauto Magico" segue le gesta del principe Tanino, deciso a liberare la bella Pamina, trattenuta dal crudele stregone Sarastro. Accompagnato nell'impresa da una sorta di Arlecchino fac-totum, Papageno, Tanino dovrà superare una serie di prove per raggiungere finalmente la fanciulla. Musiche e performance de L'Orchestra di Piazza Vittorio.
mymovies.it. Adattamento ultrapop del classico mozartiano, tra richiami all'estetica dei videogame, smartphone "cantanti", colori acidissimi, video-animazioni e libere interpretazioni della storia (manca, per esempio, la figura di Papagena) Il Flauto Magico dell'Orchestra di Piazza Vittorio ricade in un territorio alieno, quello dell'adattamento teatrale, abitato in Italia da titoli spesso bizzarri, visionari e sperimentali (impossibile non citare il diretto precedente Favola, di Sebastiano Mauri). Una natura teatrale che il film non nasconde, anzi cavalca, impiegando gli stessi performer dell'Orchestra come attori - accanto ad altri professionisti, come Petra Magoni nei panni di una regina dark lady o Fabrizio Bentivoglio, Sarastro e co-autore del progetto - giocando con l'unità spaziale - Piazza Vittorio è la location sia del regno di Sarastro che di quello della Regina della Notte - e mantenendo una messa in scena costantemente sopra le righe, esagerata, a cavallo tra favola urbana e musical onirico.
cinematografo.it. Estremamente rapsodico (anche troppo) ma irresistibilmente fantasioso, Il Flauto Magico di Piazza Vittorio travolge con il suo mix di lingue (ben otto), suoni e colori ed esalta la dimensione giocosa e colorata che caratterizza la reinterpretazione firmata dall’Orchestra. Tra reggae, dance, pop e jazz si dipana la vicenda, e se il motivetto del flauto di Pan di Papageno si trasfigura nella ripetitiva suoneria di un cellulare, la celebre aria della Regina della Notte sfocia in un sirtaki.
Alterata in alcuni punti la trama dell’opera originale, è conferito un maggiore margine di azione alle figure femminili: a Pamina viene dato un ruolo determinante nello svolgimento della storia, e se Papagena viene del tutto taciuta è probabilmente per non relegarla a semplice premio per Papageno.
Le ambientazioni sono tanto fantasiose quanto eterogenee e set tridimensionali si confondono con fondali dipinti e collage bidimensionali, per arrivare all’estremo della sequenza in cui Papageno e Tamino diventano parte di un coloratissimo videogioco. Il Flauto Magico di Piazza Vittorio crea così un mondo intrigante che si rivela ancor più interessante per la sua sapienza nello sfruttare al massimo ogni angolo dei giardini della piazza.