di Louis Garrel, Francia, 2018, 75′
con Laetitia Casta, Lily-Rose Depp, Joseph Engel, Louis Garrel
Marianne e Abel si amano e vivono insieme, almeno fino a quando Marianne non lascia Abel perché aspetta un figlio da Paul, il miglior amico di Abel. Marianne lo sposerà presto e lui deve andarsene, in fretta. Abel non oppone resistenza e se ne va come fosse niente ma non è niente. Nove anni dopo, il cuore di Paul si ferma. Abel e Marianne si rivedono al funerale. Gli ex amanti si riavvicinano ma Eve, sorella di Paul, uscita dall'adolescenza e innamorata da sempre dell'amico del fratello, vuole Abel e dichiara guerra a Marianne. A complicare tutto poi c'è Joseph, figlio di Marianne e Paul, appassionato di enigmi polizieschi e convinto che la madre abbia avvelenato il padre.
quinlan.it.
L’uomo fedele è Abel, che accetta tutto ciò che Marianne dimostra di avere in serbo per lui. Ma l’uomo fedele è lo stesso Louis Garrel: fedele al cinema di suo padre Philippe e fedele a un’estetica, quella della Nouvelle Vague, sempre più minoritaria nella produzione francese.
[...] Nel mettere in scena questa tragedia per tre personaggi Garrel sceglie la commedia, e tinteggia di ironia ogni singola situazione, lavorando con sottile intelligenza sugli spazi – l’angusto appartamentino di Ève, che per paradosso di lavoro fa l’agente immobiliare – e sui tempi, di silenzio e di battuta. Il suo film guarda con insistenza dalle parti del padre, e forse non potrebbe essere altrimenti. Ma se il dono della brevità e l’asciuttezza dell’esposizione sembrano arrivare direttamente per linea filogenetica, la messa in scena del giovanissimo Joseph – il figlio di Marianne e Paul – e la volontà di trovare una nuova vicinanza con i personaggi, testimoniata da quegli eleganti zoom che sovente annullano lo spazio con gli attori, appartengono anche all’armamentario poetico di Truffaut.
mymovies.it. Nell'universo garelliano ci si lascia come ci si ama, senza strepiti né singulti. Se i personaggi sono tristi, le loro lacrime sono discrete, quasi impercettibili. Se le donne non sono mai vittime dell'indecisione o della passività maschile, che al contrario orchestrano, gli uomini sono sempre innamorati delle donne e fedeli a una sola. Sono le donne a possedere l'alcova, a provocare l'azione, a dichiarare guerra, a decidere. Abel è un amante passivo, né attore né agente, che preferisce assecondare l'incostanza femminile piuttosto che scegliere. Voce off, racconto al passato prossimo, dolcevita, minigonna, Tour Eiffel, Parigi deserta, refrain di Philippe Sarde già inteso altrove, tutto nel film è (fintamente) desueto, una maschera che nasconde il nostro presente e la brutalità delle emozioni. L'uomo fedele è una storia di oggi e una storia di sempre. È il mai due senza senza tre o magari quattro, e non saranno certo Jules e Jim a smentirlo.