di Kei Pritsker e Michael T. Workman, Usa, 2025, 80′
The Encampments – Gli accampamenti racconta l’ondata internazionale di attivismo studentesco scatenato dall’accampamento di solidarietà con Gaza organizzato nella Columbia University di New York. Anche un’analisi superficiale rivela che le università investono in fondi legati a industrie belliche coinvolte nei conflitti, lo slogan scelto dal movimento non a caso è «Disclose, divest, we will not stop, we will not rest» («Denuncia, disinvesti, non ci fermeremo, non ci calmeremo»). Il film fa luce sul perché degli sforzi esagerati per sopprimere l’attivismo studentesco: sono esibiti i nomi dei sostenitori e i dati relativi agli evidenti conflitti d’interesse.
Segue incontro con Duccio Facchini, direttore di Altreconomia
«The Encampments - Gli accampamenti è una testimonianza del coraggio dei giovani studenti non solo nell'immaginare un mondo migliore, ma anche nel lottare per ottenerlo nonostante la violenza e la repressione delle istituzioni. Questo film sfida la narrativa dominante dei media rivelando il vero spirito degli accampamenti: cosa si provava a essere lì, le emozioni che alimentavano gli studenti e cosa motivava la loro azione drastica e necessaria. È un'esplorazione di ciò che spinge una generazione a ribellarsi e lottare per il cambiamento».
Kei Pritsker e Michael T. Workman
AgendaCinemaTorino - In un crescendo drammatico, la voce studentesca inchioda la complicità di chi non ha saputo prendere posizione per difendere Gaza, CisGiordania, Libano e l’umanità stessa: dai governi ai media mainstream, dalle istituzioni universitarie a tutte le “intorpidite” classi dirigenti. (...)
A impreziosire il racconto le interviste ai leader: Mahmoud Khalil, palestinese cresciuto nei campi profughi (oggi espulso dagli Usa); Sueda Polat, americana di origini palestinesi; Grant Miner, statunitense ebreo, e Naye Idriss, nata in Libano e trasferita negli Usa. Documentando il loro ruolo, il film rende lampante il paradosso: sono le menti più brillanti formate dall’università a ribellarsi contro l’università stessa.
ComingSoon - Diretto a quattro mani da Kei Pritsker e Michael T. Workman, il film offre uno sguardo senza precedenti sul più grande movimento di protesta studentesca nord-americana dai tempi della guerra in Vietnam che, partito dalla Columbia University a New York, ha travolto le università americane ed europee. Passione, resistenza e sfide affrontate da studenti e studentesse vengono raccontate, insieme alla violenta repressione, da riprese sul campo inedite e dalle parole dei leader della protesta: giovani americani ebrei, di origini palestinesi, borsisti arrivati dal medioriente.
Tra sgomberi, arresti di massa e racconti di appartenenze, la protesta rivela gli investimenti che legano le università americane all’economia israeliana, mentre è il film stesso a fare luce sulle vere ragioni della repressione: gli studenti che rendono pubblici nomi e dati sugli investimenti bellici vanno silenziati. In un crescendo drammatico, la voce studentesca inchioda la complicità di chi non ha saputo prendere posizione per difendere Gaza, CisGiordania, Libano e l’umanità stessa: dai governi ai media mainstream, dalle istituzioni universitarie a tutte le “intorpidite” classi dirigenti.