di James Mangold, Usa, 2024, 141′
con Timothée Chalamet, Monica Barbaro, Joe Tippett, Edward Norton, Elle Fanning, Eriko Hatsune, Peter Gray Lewis, Peter Gerety, Lenny Grossman, David Wenzel, Scoot McNairy
Film diretto da James Mangold, è ambientato nella New York degli anni 60 dove un musicista diciannovenne del Minnesota, Bob Dylan (Timothée Chalamet), si sta affermando come cantante folk. Seguiamo le sue esibizioni nelle sale da concerto della Grande Mela e assistiamo sua rapidissima ascesa verso la cima delle classifiche. Grazie all'inconfondibile fascino delle sue canzoni, la sua popolarità travalica presto i confini del Nord America regalandogli un successo mondiale. Il suo straordinario percorso artistico di quegli anni culmina con la rivoluzionaria esibizione rock and roll al Newport Folk Festival nel 1965.
Il film è sempre in versione originale con sottotitoli tranne mercoledì 19 quando verrà proposta la versione doppiata in italiano sia alle 17:30 che alle 21:00
«La buona arte rende il mondo un posto migliore. Che cos'è la buona arte? La buona arte ci fa riflettere e ci intrattiene. Troppo di ciò che consumiamo nella musica e nei film, secondo me, è vuoto. È pieno di spettacolo, colori, luci e suoni. Ma lo dimentichiamo cinque minuti dopo essere usciti. La buona arte invece rimane con noi come un buon pasto, come un buon vino, come un buon libro. E questo per me è sempre l'obiettivo. Non è detto che ci si riesca sempre, ma dovremmo sempre cercare di fare qualcosa di più di una semplice banalità». James Mangold
Sentieri Selvaggi - Mangold ha superato se stesso. Quando l’amore brucia l’anima. Walk the Line era già strepitoso. A Complete Unknown lo è ancora di più. Dettagliato nei particolari, ma anche sfuggente, e pieno di una passione inebriante. Quando è finito, dopo circa due ore e venti di durata, è stato come un brusco risveglio. Perché quel flusso musicale ma anche sonoro, ha alterato tutte le percezioni. Con lo spazio. Con il tempo. È un risveglio brusco proprio come quello alla fine di Strange Days di Kathryn Bigelow, dove l’elemento sonoro e l’immagine diventano una cosa sola. Anche sotto questo aspetto, A Complete Unknown dialoga continuamente con Walk the Line. Non un sequel ma un incrocio.
Cineforum.it - Questa parabola Mangold la conduce con uno stile sobrio, estremamente rispettoso della materia, molto classico (coerentemente con il riferimento a Perdutamente tua e alle celebri stelle con le quali accontentarsi), ma tutt’altro che scontato. La sua incidenza si nota nella scelta di una determinata prospettiva, nell’individuazione di una precisa direttrice simbolica perseguita come costante per tutta la durata della storia, in modo da consentirle di diventare il segno e la registrazione dei vari mutamenti di stato. Tutte le scene sono costruite attraverso un’attenta tessitura delle traiettorie dello sguardo dei vari personaggi. Ogni evento si sviluppa e si plasma davanti agli occhi ora ammirati (nella prima parte) ora sospettosi (nella seconda) di chi osserva. È chi guarda, secondo Mangold, che rende esplicito l’atto altrui, che in qualche modo fornisce ad esso il significato e ne registra mitopoieticamente il passaggio alla Storia. Estremizzando, si potrebbe addirittura dire che tutte le tensioni, le consapevolezze e il senso stesso del film sedimentano sui piani di reazione dei personaggi.