di Halfdan Ullmann Tøndel, Norvegia, 2024, 100′
con Renate Reinsve, Ellen Dorrit Petersen, Øystein Røger, Loke Nikolaisen, Thea Lambrechts Vaulen
Poco prima dell’inizio delle vacanze scolastiche, i genitori di Armand e Jon vengono convocati dalla dirigenza scolastica in seguito a un “fatto” avvenuto tra di loro. Nessuno però sembra in grado di spiegare cosa sia realmente accaduto. Si è trattato di gioco innocente tra due bambini di sei anni o di qualcosa di molto più serio? Le versioni dei due compagni non coincidono, le opinioni si contrappongono e le certezze degli adulti vacillano…
Gli adulti devono affrontare qualcosa di estremamente scomodo: la sessualità dei ragazzi. E non solo: devono anche parlarne.
Quando avevo vent'anni lavoravo in una scuola elementare e ora ho anche un figlio piccolo. Le persone si sentono molto a disagio quando devono affrontare queste discussioni. Ho pensato a questo momento, quando l'insegnante racconta ai genitori quello che è successo tra questi due ragazzi. Si pensa subito: dove l'hanno imparato? È strano perché qualcosa che potrebbe sembrare naturale in un asilo non lo è più a scuola, ma i ragazzi non lo sanno! Non conoscono la linea di demarcazione tra ciò che è permesso e ciò che non lo è, ed è stato molto interessante lavorare su questo aspetto.
Non fa vedere i ragazzi e non li si lascia parlare. Perché?
Non si è mai trattato dei ragazzi, ma dei genitori. Di come i figli rispecchiano il loro comportamento, di come loro vedono se stessi nei loro figli. Mi è sembrata una scelta più forte quella di non rivelare mai chi fosse Armand o il suo amico. Lo si può immaginare solo in base a ciò che dicono i genitori.
(estratto dall'intervista al regista Halfdan Ullmann Tøndel su Cineuropa.org)
Mymovies.it - un film che scava nelle dinamiche che intercorrono tra la scuola e le famiglie, tra le famiglie stesse e all'interno di ognuna di esse. Tøndel, che tra i suoi modelli di riferimento mette al primo posto Buñuel, si concede due sequenze che si staccano dallo stretto realismo ma riesce (grazie anche a un cast perfetto e, in particolare, a una straordinaria Renate Rensve nel ruolo della madre di Armand) ad offrire allo spettatore situazioni in cui il sorriso si mescola alla tensione creata da una situazione insolita ma possibile. È molto positivo poi che i due bambini non vengano coinvolti nella disputa, neppure in flashback. Sono le interpretazioni degli adulti che stanno al centro della scena, con le proiezioni che emergono dal loro vissuto relazionale che vengono sottoposte alla valutazione dello spettatore chiamato, come i personaggi sullo schermo, a cercare di capire dove stia la verità.
Sentieri Selvaggi - La scrittura e la recitazione sono l’aspetto dominante di Armand, ed il testo riflette in effetti gli assiomi del teatro borghese scandinavo, l’ipocrisia, il cinismo e la manipolazione. Per Halfdan Ullmann Tøndel, nipote di Liv Ullmann e Ingmar Bergman, si tratta del primo lungometraggio, nel quale dimostra buone capacità registiche, bravo soprattutto ad affidarsi all’esperienza degli attori nell’orientare gli umori della scena, che hanno un tono perlopiù drammatico, senza rinunciare ad alcune note ironiche.
Il Fatto Quotidiano - Armand – entrato nella lista dei film stranieri candidati all’Oscar – è un dramma da camera con sei attori di mostruosa e compatta bravura (più una manciata di insinuanti comparse) dove tutti probabilmente mentono su qualche dettaglio del caso e della propria vita; ma soprattutto dove l’espediente dell’isolamento spaziale e l’origliare ibseniano spingono a una graduale, inarrestabile rarefazione di dialoghi, confronti, camminate solitarie, soluzione definitiva del caso.