di Filippo D’Angelo, Dimitris Statiris e Mauro Ermanno Giovanardi, Italia, 2024, 91′
con Manuel Agnelli, Violante Placido, Hugo Race, Paolo Mauri, Giacomo Spazio, Claudio Klaus Bonoldi, Mox Cristadoro, Luca Talamazzi, Max Donna, Andrea Viotti, Massimo Pirotta, Ermanno Gomma Guarneri, Giovanni Versari, Carlo Albertoli, Antonio Bacciocchi, Lilith Rita Oberti, Davide Sapienza, Cristina Donà, Enrico Croci, Dimitris Statiris.
VOCE NARRANTE: Mauro Ermanno Giovanardi.
Negli anni ottanta milanesi, il furioso movimento tellurico sotto la superficie della musica di plastica era chiaramente percettibile a chiunque desiderasse mettersi all’ascolto.
Si cercava di capire come sarebbe stato possibile creare un’alternativa alla musica italiana “sanremese”, ai cantautori che ancora se la menavano con le solite storie ideologiche (tranne un caso di notevoli eccezioni), al vuoto lasciato dai grandi gruppi degli anni ‘70.
I fermenti sono interessanti perché suggeriscono potenzialità, disegnano ipotesi di sviluppo creativo.
A Milano si stava consolidando una nuova casa discografica indipendente, destinata a fare storia nella discografia italiana, la Vox Pop. Uno dei primi dischi usciti per questa neonata etichetta fu “Blues get off my shoulder” dei Carnival of Fools, band che ruotava attorno alla figura di Mauro Ermanno Giovanardi, già noto nella scena underground nazionale.
Un EP che conteneva una cover malatissima di “Summertime” e sei canzoni di impatto notevole, escursioni tra il blues e i capillari più nascosti dell’animo umano. Un vero bozzolo vasodilatatore di musica, con il nome della band preso da una poesia di Patti Smith, e un impatto live unico in Italia.
Questa formazione si apprestava ad affermare che anche l’Italia poteva contribuire al grande fiume della musica contemporanea internazionale.
Un gruppo e la sua opera devono avere un valore intrinseco per durare. I due album seguenti (“Religious folk” del 1992 e “Towards the lighted town” del 1993) restano ancora oggi due delle produzioni di punta della musica rock internazionale alternativa di quegli anni.
I Carnival of Fools ottennero riconoscimenti importanti, suonarono in Europa (prima che Giovanardi lasciasse per i La Crus) e anche come supporto per Nick Cave a Milano, scelti dal dinoccolato australiano in persona. La stampa specializzata li adottò indicandoli come gruppo di riferimento alla ricerca di radici musicali non propriamente italiane, radici che però facevano parte eccome del dna musicale di quella generazione.
Il documentario è la narrazione di quella fantastica avventura durata poco più che un lustro, con interviste, filmati live, foto e locandine dei concerti, per illustrare il mondo e l’humus culturale in cui tutto questo è avvenuto. Il sapore volutamente Off cerca di essere il più aderente possibile a quegli anni, rifuggendo dalla trappola nostalgica in cui potrebbe cadere un progetto di questo tipo.
Ospiti in sala: TBC
Il disco, uscito il 18 ottobre per l’etichetta toscana Area Pirata, è un doppio cd dal titolo “The Carnival of Fools - Complete Discography” un viaggio sul filo delle sfumature, ora intime ora esuberanti ma sempre languide; una raccolta che riesce a darci un’idea precisa di cosa accadde, e produssero artisticamente tra il 1989 e il 1993. Il tutto masterizzato da Giovanni Versari, a La Maestà Studio che ha ridato freschezza, vita e colori quel suono così ricercato e significativo