di Ciro De Caro, Italia, 2024, 110′
con Rosa Palasciano, Yeva Sai, Valerio Di Benedetto, Ivan Castiglione, Matteo Quinzi
Il film racconta l'incontro tra due donne all’apparenza diverse ma che in fondo si assomigliano molto. Anna è in conflitto con se stessa e la propria famiglia e affronta in solitudine la sua
malattia; Nadiya fugge da una guerra che la tiene lontana da casa. Tutti consigliano ad Anna
di seguire il suo compagno in un viaggio di lavoro e a Nadiya di restare al sicuro in Italia.
L'incontro, seppur breve, sarà un tuffo nella libertà.
Girare questo film mi ha dato la possibilità di continuare a esplorare un linguaggio
cinematografico allo stesso tempo rigoroso e molto libero. È la storia di un incontro casuale
ed intenso e ho tentato di essere un testimone silenzioso e discreto che, osservando la vita di
queste due donne, potesse cogliere qualcosa di intimo e molto vero, in maniera leggera, cruda
e priva di giudizio, anche se con uno sguardo estremamente personale.
(Ciro De Caro)
Sentieri Selvaggi - Che strano cinema è quello di Ciro de Caro. Libero e indipendente, aperto all’improvvisazione e alle derive di spostamenti continui, eppure in qualche modo sempre fedele a se stesso, quasi ossessionato dal ripercorrere figure, luoghi, situazioni ricorrenti. Un cinema autoriale e personale, indubbiamente. Che sembra avere bisogno del femminile come punto di vista mentale ed esistenziale ancor prima che corporeo.
MyMovies.it - Dopo Giulia (2021), il regista Ciro De Caro prosegue nel suo racconto della generazione spaesata di trentenni e nella sua esplorazione dell'animo femminile, sempre in coppia con la co-sceneggiatrice e attrice Rosa Palasciano che qui interpreta Anna, sospesa in quell'età giovane ma non più così giovane, tra qualche rimpianto nascosto nel passato e l'incertezza del futuro. (...) Tra i modelli d'ispirazione dichiarati da De Caro ci sono Rohmer e Cassavetes, e in effetti il film procede inseguendo l'interiorità dei personaggi con la camera a mano, con sguardo sincero e non giudicante. Non mancano i momenti da commedia, specialmente nei divertenti siparietti familiari, e così la storia cresce pian piano portandosi sottotraccia quel carico di malinconia ed emozione, che fuoriesce in un bagno al mare, guidando fin lì con la patente scaduta, o in un ballo notturno.
Quinlan.it - Ciro De Caro approda al Concorso delle Giornate degli Autori con Taxi Monamour,lavoro dalla rara capacità di scavare con lievità e grazia sotto pelle, nel corso dei suoi 110′, e lasciare infine quasi annichiliti per la potenza emotiva rilasciata. Scritto come il precedente film assieme a Rosa Palasciano, nuovamente co-sceneggiatrice e interprete, Taxi Monamour sembra concepito sotto la stella del minimalismo indipendente del primo Cassavates o, per restare nel contemporaneo, nel solco di alcuni autori del cinema rumeno ossia esperienze e testimonianze di maestria nel creare intensità folgoranti, fortissime, sfrondando il più possibile, mettendo al centro i caratteri e gli ambienti, cesellando scrittura e regia con perfezionismo inesausto per arrivare all’essenziale e con ciò far deflagrare una piccola/grande esplosione che, in questo caso, arriva senza che lo spettatore neppure se ne avveda, come se il film avesse scavato un’arteria tutta sua nel corpo di chi guarda.