di Zoljargal Purevdash, Mongolia, Francia, Svizzera, Qatar, 2023, 96′
con Battsooj Uurtsaikh, Nominjiguur Tsend, Tuguldur Batsaikhan, Batmandakh Batchuluun
Ulzii, un adolescente dei sobborghi poveri di Ulan Bator, è determinato a vincere un concorso di fisica per una borsa di studio. La madre, analfabeta, ha trovato un lavoro altrove, abbandonando lui, il fratello e la sorella in pieno inverno. Ulzii vaga di notte alla ricerca di oggetti da bruciare per riscaldarsi, mentre si prepara per la competizione nazionale.
LA PAROLA ALLA REGISTA Zoljargal Purevdash
Ulan Bator è la capitale più inquinata al mondo perché più del 60% dei cittadini vive nel distretto Iurte dove non ci sono riscaldamenti e infrastrutture, devono quindi bruciare carbone per sopravvivere al brutale inverno a -35°C. (...) Volevo quindi fare un film su un adolescente che vive nel quartiere della Yurta e ha un sogno luminoso sul futuro ma è fortemente influenzato dal rapporto con la sua famiglia e dalle sue condizioni sociali. Volevo che la mia gente capisse, sentisse e abbracciasse ogni lotta e gioia reciproca
attraverso questo film. Quindi la maggior parte della mia sceneggiatura nasce dal
desiderio di essere capiti, o di lasciare comprendere il dolore di qualcuno. (tratta dal pressbook del film)
Sentieri Selvaggi - Dove Se solo fossi un orso eccelle è proprio in questo processo di abbattimento continuo dei confini tra età adulta e fanciullezza, di cui i sobborghi della capitale mongola si fanno specchio e catalizzatori unici. Qui la debuttante Purevdash mostra infatti una grande capacità nel legare le disparità socio-culturali della realtà in cui si muove Ulzii all’accelerazione del suo percorso di crescita, come se il ragazzo, davanti alle crisi del presente, non potesse che cercare di equipararsi ad un adulto: assumendo di conseguenza atteggiamenti, schemi di pensieri e, per estensione, responsabilità così anormalmente “mature” da sfumare il significato stesso del suo essere-adolescente.
Quinlan.it - Tutto il film si gioca sull’ulteriore rapporto tra degrado ambientale e necessità di sopravvivenza, necessità di un combustibile, in un territorio estremamente freddo. Il respiro affannoso di Ulzii si associa, con montaggio analogico, alla visione del paesaggio, coperto da una coltre fittissima di smog. (...) Pochi personaggi del film si salvano, tra cui ovviamente Ulzii con quella sua grande energia e la capacità di fronteggiare con un sorriso ogni avversità. Se solo fossi un orso tratteggia un mondo in crisi dove le soluzioni cercate sembrano false soluzioni, dove tanti sforzi vengono fatti inutilmente con tanto spreco di energie, dove non si trova il modo di conciliare le ragioni del benessere sociale e quelle dell’ambiente.
Mymovies.it - la battuta del titolo originale "If I Only Could Hibernate", con tutta la sua significatività legata al desiderio di un'uscita seppur temporanea dal vivere sociale, non viene affidata al protagonista ma a un fratello minore già in fondo consapevole non solo del rigore del clima ma soprattutto di quello di un mondo che non sa guardare agli ultimi se non con sussidi che non aiutano a trasformare radicalmente la loro condizione. Potrebbero riuscirci le doti di chi ama lo studio e affronta con passione un mondo complesso come quello della Fisica.
Lo sguardo in macchina che Uzii riserva allo spettatore a un certo punto del film interroga i responsabili politici della Mongolia ma, fatte le dovute proporzioni e considerate le differenze, va oltre i confini nazionali per estendersi a tutte le società in cui di fatto gli ostacoli frapposti a chi avrebbe le carte in regola per emergere non sono trascurabili.