di Emma Dante, Italia, 2023, 95′
con Simone Zambelli, Simona Malato, Tiziana Cuticchio, Milena Catalano, Fabrizio Ferracane
Sicilia, un piccolo borgo marinaro di casupole in pietra grezza, in mezzo a rifiuti e rottami. Alle spalle una montagna maestosa. Qui nasce e cresce Arturo, figlio della miseria e della violenza, qui muore la sua mamma mettendolo al mondo. Betta, Nuccia e la giovane Anna, prostitute come lo era sua madre, se ne prendono cura come se fosse un figlio, nella misericordia di un amore disperato fatto di carezze e insofferenza, crudeltà e tenerezza.
Ormai Arturo ha 18 anni, in alcuni momenti sembra un bambino, in altri vecchissimo. È nato difettoso, si muove in modo strambo, partecipa al mondo con un animo diverso. Guarda alle persone intorno a sé come alla montagna che scala: senza paura. È un invisibile fra gli invisibili e deve combattere, come tutti a Contrada Tuono, per la sopravvivenza, ma il suo sguardo puro e diverso porta con sé la speranza .
Rassegna DALLA PARTE DEGLI ULTIMI. Il cinema italiano tra resilienza e fragilità.
Introduzione e commento a cura di Maddalena Colombo
Cena abbinata Speciale Sicilia
Menù "A megghiu parola è chidda ca 'un si dici" | €15 bevande escluse
Antipasto: Polpette di ricotta con crema di melanzane
Primo: Melanzane alla parmigiana
Dolce: Cannoli siciliani della casa
Prenotazione obbligatoria entro e non oltre le 12:00 del 01/02 via sms/Whatsapp al 327 7034745
NOTA DELL’AUTRICE
Misericordia racconta una realtà squallida, intrisa di povertà, analfabetismo e provincialismo, esplora l'inferno di un degrado terribile, sempre di più ignorato dalla società. Racconta la fragilità delle donne, la violenza che continua a perpetuarsi contro di loro, la loro disperata e sconfinata solitudine. Tre donne vivono in una baracca dentro un borgo marinaro formato da una serie di casupole di pietra grezza affiancate l’una all’altra; alle spalle delle casupole, in mezzo a rifiuti e rottami, risalta una montagna maestosa.
Emma Dante
Cineforum.it - Ancora una volta Emma Dante racconta dunque un universo al femminile rispetto al quale, come in Le sorelle Macaluso, la presenza degli uomini prende le forme dell’incursione. Ma se là la dimensione tragica era legata allo specifico del nucleo familiare, qui la tragedia è la materia stessa dell’esistenza di queste donne. E se là gli uomini sembravano esclusi dalla dimensione domestica per definizione stessa della natura del nucleo, qui sono tenuti fuori per sopravvivenza. Ad eccezione di alcune figure accessorie che entrano ed escono sporadicamente come spinte da una sorta di naturale inclinazione alla manutenzione delle cose o all’intrattenimento dei bambini, gli uomini rappresentano in Misericordia il corpo simbolico della violenza e della sopraffazione. Una violenza dalla quale Betta e Nuccia cercano di proteggersi ferinamente come ferinamente proteggono il loro cucciolo indifeso.
Spietati.it - Misericordia è un film di donne umiliate e respinte, di madri non viste e non biologiche. Di rapporti consunti, slabbrati, umanissimi. È un cinema politico e disubbidiente che non cerca l’approvazione e non scende a compromessi. La maieutica di Emma Dante è limpida, abbacinante e minacciosa insieme. Priva di qualunque moralismo. Alla sua terza regia dimostra di essere un’autrice di cinema pienamente matura. Con un’estetica riconoscibile, capace di plasmare e trasfigurare la materia filmica verista all’interno di una dimensione onirica, pulsante, fantasmagorica. Non c’è compiacimento in questo “teatro della crudeltà”, dove il potere maschile soffoca ma sa anche accudire: c’è dolcezza, disperazione, fosca vitalità.