di Ali Abbasi, Francia, Germania, Svezia, Danimarca, 2022, 117′
con Mehdi Bajestani, Zahra Amir Ebrahimi, Arash Ashtiani, Forouzan Jamshidnejad
Iran, 2001. Raihimi, una giornalista di base a Teheran, si sposta nella città santa di Mashhad per indagare su un serial killer che uccide le prostitute convinto di liberare le strade dai peccatori per conto di Dio.
Nonostante il numero delle vittime continui ad aumentare, le autorità locali non sembrano
aver fretta di risolvere il caso e Raihimi si renderà presto conto che potrà contare solo sulle proprie forze.
Il film è basato sulla storia vera dello “Spider Killer” Saeed Hanaei che ha ucciso 16 donne tra il 2000 e il 2001.
Prenotazione consigliata: PRENOTA
Proiezione presso scuderie di Villa Greppi, via Montegrappa 21 Monticello Brianza LC.
NOTE DI REGIA
HOLY SPIDER è un film sull’ascesa e sulla caduta di uno dei più noti serial killer dell’Iran:
Saeed Hanaei.
In senso più ampio, il film è una critica alla società iraniana perché il killer è un uomo molto
religioso e un cittadino molto rispettato.
Vivevo ancora in Iran all’inizio degli anni 2000, nei giorni in cui Saeed Hanaei uccideva le
prostitute di strada nella città santa di Mashhad. Era riuscito ad uccidere 16 donne prima di essere arrestato e processato e la storia catturò davvero la mia attenzione durante il suo processo. In un mondo normale non ci sarebbero dubbi che un uomo che ha ucciso 16 persone venga visto come colpevole. Ma qui in Iran era diverso: una parte del pubblico e dei media conservatori iniziò a celebrare Hanaei come un eroe. Sostenevano l’idea che Hanaei avesse semplicemente voluto adempiere al suo dovere di persona religiosa ripulendo le strade della città con l’uccisione di queste donne impure. Fu allora che mi venne l’idea di realizzare questo film.
MyMovies - Abbasi omaggia questo aspetto di auto-evidenza della storia, spogliando la mitologia cinematografica del serial killer di ogni mistero: il suo Saeed è protagonista del film da subito, tanto quanto l'eroina Rahimi che gli dà la caccia, e prima che i rispettivi sentieri entrino in rotta di collisione c'è tutto il tempo di sviscerare la figura di un uomo tormentato dai traumi della guerra, insoddisfatto della direzione della sua vita, e carismatico nel guadagnarsi l'approvazione della moglie e del figlio prima ancora che degli altri cittadini di Mashhad, pronti a scagliarsi contro il basso valore morale e il cattivo esempio delle prostitute uccise.
Nocturno.it - Il film di Abbasi, si ispira a un fatto realmente accaduto, la storia del serial killer Saeed Hanaei (1962-2002), che tra il 2000 e il 2001 uccise 16 prostitute soffocandole a morte, con la missione di liberare le strade di Mashad dalla corruzione del sesso, accusando le donne di essere portatrici di un “virus” letale, insidioso e sporco, capace di portare alla perdizione i maschi del luogo e di rovinare le loro sacre famiglie. Abbasi, al suo terzo lungometraggio, dopo aver giocato con i generi con Shelley (2016) e Border (2018), affronta la tematica del femminicidio e della cultura machista islamica senza fronzoli e giri di parole, trasformando una trama convenzionale in un momento di riflessione unico, che colpisce dritto allo stomaco.
FilmTv - Holy Spider è un film da non perdere. Esce nelle sale mentre in Iran è in atto una “rivoluzione minore” (perché dal basso, non per portata simbolica) scatenata da ragazzi e ragazze, studenti e studentesse, dopo il brutale pestaggio e la successiva morte di Mahsa Amini, una donna accusata dalla polizia morale di non indossare correttamente l’hijab. Ali Abbasi, regista e sceneggiatore (con Afshin Kamran Bahrami), vive da 20 anni a Copenaghen, è riuscito a produrre il film grazie a capitali europei, l’ha girato in Giordania perché nel suo paese d’origine avrebbe rischiato troppo, ma Holy Spider fa comunque parte della tradizione cinematografica iraniana, tra le migliori del mondo per qualità e quantità (i programmatori dei festival hanno ogni anno a che fare con centinaia di lunghi e corti provenienti da Teheran).