di Alessandro Comodin, Italia, 2022, 102′
con Pierluigi Mecchia, Ester Vergolini, Annalisa Ferrari, Tomaso Cecotto, Massimo Piazza
Gigi fa il vigile in un paese di campagna dove sembra non succedere mai niente.
Un giorno, però, una ragazza si suicida, gettandosi sotto un treno.
Non è la prima volta.
Lì comincia un’indagine su questa misteriosa serie di suicidi che si consuma in uno strano mondo di provincia in bilico tra realtà e fantasia, dove un giardino può anche essere una giungla e un poliziotto avere un cuore sempre pronto ad innamorarsi e a sorridere.
Domenica 12 sarà ospite in sala il protagonista Gigi, Pierluigi Mecchia
Domenica 12 FEBBRAIO ospite in sala il protagonista Gigi, Pier Luigi Mecchia.
Quinlan - Con Gigi la legge, in concorso al 75° Locarno Film Festival, il filmmaker torna anche a focalizzarsi su un personaggio, già nel titolo del film: si tratta di Gigi, vigile urbano in quella piccola comunità, nella realtà lo zio stesso del regista. (...) Ancora una volta Comodin racconta una storia d’amore tenera e pura che qui si sviluppa al radiomicrofono della pattuglia. Fa parte di quella magia delle piccole cose, del quotidiano presente nella poetica del regista. Il mistero a volte sembra inserirsi nelle pieghe di quella vita tranquilla.
Mymovies - Comodin eccelle nel diluire il singolo momento fino a farlo divenire straniante. Qui gli bastano le poche suggestioni fuori dall'ordinario del rapporto del protagonista con la natura per infondere un'atmosfera surreale nel resto della sua esistenza, e in qualche modo far maturare uno sviluppo che arriverà soltanto alla fine, con un ultimo viaggio nell'auto di pattuglia e una sorprendente quanto sommessa conversazione su una panchina.
Cineuropa - Attraverso un’osservazione minuziosa ed empatica, Comodin riesce a trasformare la realtà che l’ha attorniato da ragazzino, e che Gigi incarna alla perfezione, in tragica poesia. Il suicidio sotto un treno diventa allora metafora di una noia ormai trasformatasi in (comoda) immobilità. Sebbene, come la ragazza ritrovata sui binari, Gigi si consoli e si compiaccia in un romanticismo d’altri tempi, il treno della vita, l’aprire gli occhi su un mondo ben più cupo di quello che vuole vedere, potrebbe improvvisamente travolgerlo. La scena finale su una panchina di un ospedale psichiatrico in cui, per la prima volta, il vigile ci rivela qualcosa della sua interiorità, è in questo senso potente ed emotivamente toccante.