di Dominik Moll, Francia, 2022, 114′
con Bastien Bouillon, Bouli Lanners, Anouk Grinberg, Théo Cholbi, Johann Dionnet
In un paesino di montagna nella Francia sud-orientale, in una tranquilla notte d'autunno, la giovane Clara viene orribilmente uccisa da uno sconosciuto che le dà fuoco in strada. Da poco arrivato a capo della polizia giudiziaria di Grenoble, il giovane capitano Yohan Vivès indaga sulla vita privata della ragazza, sulle sue frequentazioni e sulle sue abitudini, per cercare il colpevole dell'omicidio. Dietro la tranquillità della provincia anonima si celano come sempre segreti e misteri, ma il caso di Clara rischia di diventare uno dei tanti destinati a rimanere irrisolti...
MyMovies - L'empatia del rapporto con l'altro è perciò ciò che cerca il protagonista del film, il comprensivo, attento, eppure anche lui impotente commissario Yohan, che passa anni a inseguire piste e sospetti per dare un volto all'assassino della povera Clara. Di fronte alla tentazione di trasformare la vittima in colpevole - poiché la bionda e appariscente Clara collezionava amanti e, dunque, per molti abitanti è in qualche modo responsabile della sua fine... - Yohann interroga, ascolta, discute, alla lunga si ostina a scorgere a tutti i costi una luce laddove regna il buio.
Sentieri Selvaggi - Prendendo spunto da una storia vera e tratto dal libro inchiesta 18.3 Une année à la PJ di Pauline Guéna, Moll realizza un giallo ideologico sul femminicidio, trascurando un po’ la precisione in favore di un lato teoretico, e si mette ad osservare il meccanismo denudandolo delle sue difese. Lascia lo schema in bella vista per evidenziare gli errori, lanciando nelle stesso tempo un’accusa ad un mondo ancora molto maschilista (e curiosamente pieno di gatti, dal probabile significato simbolico) ed un messagio generazionale per suggerire magari di guardare bene verso il ponte oltre la nebbia.
FilmTv - In questo giallo di Dominik Moll, il suo film più compiuto, il più bello, la società non c’è più. Fateci caso: La notte del 12 si sviluppa quasi esclusivamente al chiuso, nelle stanze della polizia, nelle abitazioni, in auto. Perfino lo sfogo ciclistico serale del giovane capitano Yohan Vivès (cui Bastien Bouillon dà un’interpretazione gelida e oggettiva di cui secondo me sarebbe andato fiero Pialat), su pista all’aperto, sembra schiacciato, represso, sembra togliere fiato all’ambiente: infatti il collega Marceau osserva che assomiglia a un criceto, e gli chiede come mai non pedali per le strade come qualunque altra persona.