di Stéphane Brizé, Francia, 2021, 96′
con Vincent Lindon, Sandrine Kiberlain, Anthony Bajon, Marie Drucker, Guillaume Draux
Philippe Lemesle dirige nella provincia francese un'azienda di elettrodomestici appartenente a un gruppo internazionale. Per far fronte alla concorrenza, all'ennesima crisi e alle esigenze dei suoi superiori, che vorrebbero sul tavolo un piano di licenziamento impossibile da attuare, manda a rotoli la sua vita. La moglie, trascurata, vuole il divorzio, il figlio, ossessivo compulsivo, ha bisogno di cure psichiatriche. Tirato da ogni parte, Philippe non sa più come soddisfare gli affetti e assolvere i doveri. Tra incudine e martello, dovrà decidere se eseguire il piano di mobilità o trovare una maniera di aggirare l'obbligo. Dovrà decidere se adeguarsi o fare la differenza.
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Cinematografo.it Brizé dà spazio alla vita privata dei protagonisti. “Lei lascia un uomo che ancora ama proprio nel momento in cui avrebbe bisogno di protezione- dice Sandrine Kiberlain-. Fa in modo che suo marito apra gli occhi su una situazione che non vuole vedere. Sono due personaggi che si trovano sull’orlo di un precipizio e che a un certo punto hanno il coraggio di fermarsi”.
Duels.it Al centro di questi temi vi è quello della spietata competitività che appartiene, sempre di più e in maniera preponderante alle relazioni sociali sotto ogni profilo le si voglia guardare. Così avviene nelle altre sfere, quelle alle quali appartiene Philippe, ma anche nei gradini inferiori della scala sociale e del lavoro al fine di una conservazione del posto davanti alla sempre più concreta possibilità di essere definitivamente esclusi senza alternative, da quel mondo.
Quinlan.it Il cineasta francese narra questa complessa materia con il suo stile sobrio e senza fronzoli, tutto teso al raggiungimento del risultato, probabile frutto di un lungo lavoro di documentazione sul campo: nessuno come lui (forse solo il gigante Frederick Wiseman, ma lì parliamo di riprese “dal vero”) è capace d’inquadrare dinamicamente una riunione aziendale, alternando sapientemente primi piani e macchina a mano, restituendoci una sensazione di realismo perfettamente accompagnata dalla recitazione fortemente naturalistica degli attori in campo