di Maurizio Panseri e Alberto Valtellina, Italia, 2022, 84′
con Kriemhild Buhl, Maurizio Panseri, Marco Cardullo, Carlo Valtellina, Giuseppe "Popi" Miotti, Renata Rossi, Micaela Zimmermann, Caterina Bassi, Martino Quintavalla, Smaranda Chifu, Fabio Fumagalli, Riccardo Scotti, Fabio Villa, Giovanni Prandi, Silvia Buhl, Thomas Klinger, Claudio Inselvini, Tito Arosio, Rosa Morotti, Guido Lisignoli, Dario Eynard, Paolo Cattaneo, Gabriel Buda, Giangi Angeloni, Filip Babicz, Heidi Altweger, Anita e Bruno Vetsch, Mattia "Surly" Bernardini, Sabrina Casati.
Venerdì 4 luglio 1952, Hermann Buhl, che sarà conosciuto in seguito come un grandissimo alpinista (tra le altre salite, celebri la prima salita al Nanga Parbat e al Broad Peak), lascia Innsbruck in bicicletta, risale la valle dell’Inn, dopo 150 chilometri arriva alla base della parete nord-est del Pizzo Badile, la sale in solitaria attraverso la via Cassin, scende, riprende la bicicletta e torna verso casa, per essere al lavoro il lunedì mattina. Un’impresa celebre, raccontata in poche asciutte pagine nel bellissimo libro autobiografico È buio sul ghiacciaio.
Estate 2021. Maurizio Panseri e Marco Cardullo decidono che oggi non ha più alcun senso spostarsi in automobile, soprattutto per andare in montagna. Ripercorrono l'itinerario ciclistico e alpinistico di Hermann Buhl: per lui la bicicletta era una necessità e il mezzo che aveva disposizione per compiere l’impresa, per i nostri sarà il mezzo per ripensare lo sport in modo sostenibile. Il viaggio di Maurizio e Marco si offre quale cornice per incontri con persone che hanno legato il loro nome a quello della montagna.
Introduzione e commento con gli autori Maurizio Panseri e Alberto Valtellina.
8 agosto a monticello B.za, Rapsodia d'Agosto Villa Greppi:
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Note di regia
Ripercorriamo le strade di Hermann Buhl: la bicicletta che per lui era una necessità e l’amore per l’impresa, la dimostrazione di una creatività formidabile, per noi può rappresentare la sostenibilità del nostro fare alpinismo rispetto all’ambiente, l’impronta consapevole che le nostre avventure lasciano sul pianeta entrando in intimo contatto con i luoghi, la loro storia ed i segni lasciati da chi prima di noi ha percorso quelle strade, salito quei sentieri e quelle pareti.
Il desiderio di tornare nei luoghi che hanno visto Hermann Buhl passare con la sua bicicletta e le sue scarpette quasi settanta anni fa, si colma di nuovi significati in una cornice di senso compiuta. Tornare con lo sguardo attento a cogliere i cambiamenti e la bellezza delle geografie alpine, in un flusso dove le riflessioni diventano ritmo dei pedali che girano, dei piedi che camminano, delle mani che arrampicano. Sul cammino, tra Italia, Svizzera e Austria, non mancano gli spunti visivi per mute meditazioni sul cambiamento: la grande frana di crollo della parete nord del Cengalo e la devastazione della Val Bondasca, il ritiro incessante dei ghiacciai nel gruppo del Bernina e dell’Ortles-Cevedale, la tragica frana della Val Pola; stimoli per scardinare una visione antropocentrica, cercando di ricollocare nella giusta proporzione i tempi dell’uomo e i tempi geologici del pianeta. (dal Pressbook)
Montagna.tv - Un racconto tra storia e attualità, che mette a confronto due esperienze simili quanto diverse. “Oggi non ha alcun senso spostarsi in automobile” affermano i due protagonisti di questa avventura. “Soprattutto per andare in montagna” aggiungono. Una presa di coscienza sostenibile, che vede nello sport una chiave di lettura diversa, un rispetto diverso per ambiente e territorio, per la montagna. Per Buhl era invece necessità, la bici era l’unico mezzo di cui disponeva, come per tutti in quella generazione. Bonatti con i suoi compagni saliva di soppiatto sui vagoni merci, il piemontese Agostino Gazzera come Buhl si spostava in bicicletta tra il Monviso e il Cervino. “Il desiderio di tornare nei luoghi che hanno visto Hermann Buhl passare con la sua bicicletta e le sue scarpette quasi settanta anni fa, si colma di nuovi significati in una cornice di senso compiuta” spiegano protagonisti che tra Italia, Austria e Svizzera si sono fatti testimoni di un racconto che guarda al passato analizzando il presente, quelle Alpi mutate e sofferenti di cambiamento.
(...) Il progetto si sviluppa attraverso tre principali linee di racconto: il viaggio e i protagonisti; Hermann Buhl e l’alpinismo; l’uso del mezzo non inquinante, non invasivo, la bicicletta, come partner dell’attività alpinistica. Il viaggio di Maurizio e Marco farà da cornice agli incontri con persone che ricorderanno la straordinaria figura di Hermann Buhl sul versante affettivo e sul versante storico.
Planetmountain - Molto più che un film, il documentario segue Panseri e Marco Cardullo che nell’estate 2021 partono da casa in bicicletta, salgono la via Cassin e proseguono pedalando lungo il famoso itinerario ciclistico dalla Val Bondasca a Innsbruck come pretesto per 'entrare' nella vita del grande alpinista austriaco.