di Federico Iris Osmo Tinelli, Italia, 2021, 111′
con Alessandra Anzaghi, Silvia Baldini, Enzo Biscardi, Giorgio Branca, Elisa Canfora, Lorenza Cervara, Matteo Curatella, Marco Di Stefano, Barbara Eforo, Alessandro Luraghi, Paola Manfredi, Luca Marchiori, Michela Marelli, Valentina Maselli, Barbara Menegardo, Raffaella Meregalli, Laura Montanari, Raffaella Natali, Stefano Panzeri, Sara Parziani, Carmen Pellegrinelli, Loredana Troschel, Dario Villa
Per realizzare Nello Specchio sono stati coinvolti 23 artisti di teatro. In questo
progetto ognuno di loro ha raccolto la storia di qualcun altro, il film nasce infatti da 33
interviste rivolte a persone, alle quali è stato chiesto di raccontare il loro vissuto riferito al
primo lockdown: medici, infermieri, psicoterapeuti, madri, cassiere, educatori, ospiti di
centri diurni, insegnanti, studenti, malati di covid, parrucchiere... Il trauma ha segnato la
vita di tutti: raccontando di loro, gli intervistatori hanno raccontato sé stessi.
Ciò che è emerso più fortemente è stata la solitudine, ma anche l’affollamento nella
condivisione degli spazi domestici; la paura, la morte, la presenza benefica della natura; i suoni delle autoambulanze e dei fiumi, degli animali; la mancanza d’aria in tutti i sensi; le
relazioni familiari; le difficoltà degli studenti in DAD e lo smart working per i genitori; il
vicinato e i piccoli atti d’amore.
A quasi un anno di distanza dal primo lockdown. Un gruppo di artisti di teatro si trova coinvolto in un progetto cinematografico a scrittura collettiva.
Vengono stabiliti dei vincoli nella ricerca:
Paola Manfredi ideatrice del progetto e regista di Teatro Periferico dice:
“Il confinamento ci ha costretto a vivere intrappolati e congelati in uno spazio che ha rischiato di isolarci, di renderci meno disponibili al contatto, più diffidenti.
Invece inaspettatamente molti artisti hanno cercato il modo di collaborare e di trovare risposte comuni e anche (perché no?) di sentirsi meno soli in un momento di grande incertezza.”
L’idea iniziale era quella di creare una performance o un’installazione che consentisse una restituzione di quelle storie, ma il secondo lockdown l’ha reso impossibile. Si è trattato quindi, come spesso capita, di trasformare un ostacolo in opportunità; così, proprio da quell’impedimento, è nata l’idea di realizzare un film. I materiali a disposizione erano solo registrazioni audio, nessuna ripresa video, tuttavia le interviste avevano già iniziato a risuonare negli artisti che le avevano raccolte e a intrecciarsi alle loro autobiografie, creando immagini e suggestioni.