di Ferzan Ozpetek, Italia, 2019, 118′
con Stefano Accorsi, Edoardo Leo, Jasmine Trinca, Sara Ciocca, Edoardo Brandi
Alessandro e Arturo sono una coppia consolidata, ma il loro rapporto sta mostrando la corda: Alessandro, idraulico dal fascino animalesco che attira uomini, donne e bambini, porta a casa il pane e cede volentieri ai piaceri della carne; Arturo, traduttore passivo aggressivo, non è diventato né uno scrittore famoso né un cattedratico, e patisce l'assenza di un rapporto fisico, e ancor di più di uno scambio verbale, con il suo partner sfuggente. Nella routine cristallizzata dei due irrompono Annamaria, ex compagna di Alessandro, e i suoi due figli nati da padri diversi, e tutti gli equilibri saltano. Annamaria deve fare alcuni esami diagnostici e affida i figli alla coppia di amici, che dovranno fare i conti con una responsabilità genitoriale forse mai nemmeno immaginata, nonché con la capacità dei bambini di metterti di fronte a quello che sei veramente.
Mymovies.it - Il genere è a metà fra la commedia romantica e il melodramma, ma sono molti i momenti horror: dal lungo piano sequenza iniziale che va a stanare due bambini chiusi in un armadio-sarcofago al murale dove sono disegnati teschi e piccoli impiccati; dalla stanze asettica di un ospedale a quella spettrale di un defunto alle strade che, quando perdi di vista un bambino, diventano i corridoi di un labirinto. Eppure questo film che, come consuetudine ozpetekiana, parla anche di malattia e di morte, ha un'energia vitale insopprimibile che tracima nella risata liberatoria, nella commozione struggente, nella dolcezza del riconoscersi parte di un'umanità dolente e spaventata.
Filmtv - In La dea fortuna ci sono due film: uno solare, che racconta storie di coppie, felici o scoppiate o intente a proteggersi con malinconica fermezza dai guasti della vecchiaia; e uno notturno, che rievoca incubi lontani, paure e disastri infantili malamente sotterrati. In realtà, in La dea fortuna ci sono molti film e molti tratti di Ferzan Ozpetek, da quelli fatti di carne a quelli fatti di fantasmi.