lunedì 21 maggio 2018
Roma, Ravenna, Mezzago e Torino. Quattro date, quattro possibilità di dare un senso alla vostra carriera di fans del garage, del punk, del blues, del lo-fi e di tutto questo messo insieme. In maggio, chi per anni (decenni) si è riempito la bocca di quel nome di nove lettere senza avere idea di cosa fosse l'esperienza di un loro live, potrà rimediare a questo tragico deficit. Si, perchè (reggetevi) caleranno in Italia, con tutto il loro bagaglio di rumore bianco e sangue nero, nientemeno che Eric, Greg e Jack. Loro: gli OBLIVIANS.
Un pezzo di storia che è materia viva e pulsante anche in questo 2018, nonostante i 22 anni trascorsi dal loro capolavoro “Popular Favorites” e nonostante di acqua sporca sotto i ponti, da allora, ne sia passata tanta. Beh, in quell'acqua Eric, Greg e Jack hanno continuato a sguazzarci dando vita ad altre band spaccaossa (vi dicono niente nomi come ’68 Comeback, Reigning Sound, Compulsive Gamblers, Bad Times e Cool Jerks, solo per citarne alcuni?) sempre comunque ai margini di un mercato al quale non hanno mai venduto il culo. Quei tre instancabili picchiatori che da un quarto di secolo rovistano nel fango del rock più scarno e viscerale, oggi dissotterrano l'ascia di guerra e tornano in tour. Gente che non ha niente da perdere, ma molto da insegnare: se del blues amate i risvolti punk (o viceversa), se al rock chiedete di torcervi le budella, sarete accontentati, gli Oblivians sono pronti a servirvi su un vassoio d'argento il loro tesoro a bassa fedeltà. “Kill a punk for rock'n'roll”, diceva un loro slogan: se non siete d'accordo, discutetene direttamente con loro in maggio a Roma, Ravenna, Mezzago e Torino. Incivilmente, mi raccomando. Quattro date imperdibili, non mancate un appuntamento con la storia.
I LAME sono in tre e vengono da Torino, Massimo Scocca, (ex Two Bo's Maniacs e Cave Dogs), Stefano Isaia (già nei Movie star junkies) e la batterista colombiana Maria Mallol Moya. Il loro sound fatto di marciume sonoro e blues dissonante, ampli saturati e spiragli folk pop e' un oscuro oceano tempestato di fuzz e feedback. Ascoltare i Lame è come rievocare la maledizione dei vecchi dischi dei Dwarves e dei Dead Moon, ma anche le atmosfere desertiche del Paisley Underground ,un vortice di noise, garage punk, ballate solitarie, dispersioni country e vagoni di blues diretti verso il nulla.
Hanno alle spalle molti tour europei e hanno suonato per ben due volte al prestigioso festival di Binic, portando in giro il disco di esordio “The Lame shall enter first” (uscito per l'etichetta tedesca Alien Snatch, con una sontuosa copertina disegnata da Tim Kerr ,membro di Poison 13, Monkeywrench, Jack o' Fire, e masterizzato dal boss della Crypt Records Tim Warren), un Ep per le francesi Beast Records e Casbah Records ("Cities", con la splendida copertina dell'illustratrice spagnola Cristina Daura). Nel 2018 esce il nuovo lavoro "Alone and Alright", sempre su Alien Snatch, 10 brani che dimostrano la maturita' della band, tra graffianti schegge garage punk e ballate country scordate e lo-fi, ancora una volta masterizzate da Tim Warren, con copertina dell'artista francese Marie Pierre Brunel.
Evocate fino a diventare rauchi i nomi dei Gories, dei Pussy Galore e degli Hunches; poi strappate le pagine di una Bibbia ed ingoiatele. Infine restate in attesa di fronte al cancello: gli storpi entreranno per primi.The lame shall enter first.