di Nanni Moretti, Italia, 2021, 119′
con Margherita Buy, Nanni Moretti, Alessandro Sperduti, Riccardo Scamarcio, Elena Lietti
Tre piani, tre famiglie e la trama del quotidiano che logora la vita, disfa i legami, apre le ferite, consuma il dramma. Al piano terra di un immobile romano vivono Lucio e Sara, carriere avviate, spinning estremo e una figlia che parcheggiano dai vicini, Giovanna e Renato. Al secondo c'è Monica, che ha sposato Giorgio, sempre altrove, ha partorito Beatrice senza padre e 'ha' un corvo nero sul tavolo. All'ultimo dimorano da trent'anni Dora e Vittorio, giudici inflessibili che hanno cresciuto Andrea al banco degli imputati. Un incidente nella notte travolge un passante e schianta il muro dello stabile, rovesciando i destini e mischiando i piani.
Mymovies.it - Nanni Moretti mette in scena per la prima volta la storia di un altro, affrontando la profusione narrativa delle serie, coi loro intrighi incrociati, i colpi di scena, la partitura corale. Ma è di letteratura che si tratta. Adattamento del romanzo omonimo di Eshkol Nevo, ambientato a Tel Aviv, Tre piani trasloca a Roma padri tossici, mariti infedeli o assenti, donne che amano troppo, bambine incustodite e fantasmi borghesi.
Vanity Fair - "Nanni è stato rigoroso con il libro che è ancora più duro del film. Nanni non volveva uscire da quel binario. Tre piani non è più crudo di altri suoi film: racconta le nostre ossessioni e le nostre le paure di esseri umani. In altri film ha raccontato il dolore inventato e reale, la sua malattia, la morte di un figlio e la crisi di un Papa". (Margherita Buy)
Cinematografo - A tratti macchinoso, schematico, Tre piani – che dalla sua ha però una più che discreta tenuta a livello di tensione narrativa d’insieme e un’indubbia apertura alla speranza – manca dell’elemento principe che contraddistingueva ogni precedente lavoro di Moretti (che si ritaglia poche pose, recitate come se stesse “recitando”, probabilmente per rimarcare la natura robotica di un padre-giudice, preimpostato e immodificabile), ovvero l’improvvisa scoperta di una spontaneità emotiva, un sobbalzo umoristico, che ne custodiva il cuore.