di Martin Provost, Francia, 2020, 109′
con Juliette Binoche, Yolande Moreau, Noémie Lvovsky, Edouard Baer, François Berléand
Paulette Van Der Beck è la direttrice della scuola di Economia domestica che porta il suo cognome, anzi, quello di suo marito Robert. L'obiettivo dell'istituto è formare generazioni di madri e mogli esemplari insegnando loro a cucinare, pulire e rammendare e inculcando nelle ragazze i sette pilastri della casalinga modello. In virtù di questi obblighi, Paulette ha sempre ignorato la propensione del marito per le belle studentesse, l'alcool e il gioco d'azzardo: ma quest'ultima la costringerà a correre ai ripari, e ad assumere finalmente il comando della propria vita.
Madmass.it - Il nuovo film di Martin Provost torna su un tema sempre molto attuale, soprattutto alla luce delle continue assurdità a cui ci tocca assistere quotidianamente, ovvero quello dell’emancipazione femminile. Ambientato in pieno ’68, un’epoca in cui soffiava il vento del cambiamento, La brava moglie mette in scena a mo’ di controcampo la quotidianità di una scuola che ha come obiettivo l’educazione di giovani ragazze in età da marito. Cucinare, rammendare, stirare, fare il bucato e al contempo assimilare una filosofia di devozione e subalternità per assecondare in tutto e per tutto il consorte. Una sorta di microcosmo a sé stante, in un momento in cui finalmente si cominciava a marciare verso una presa di coscienza femminile, nel tentativo di sovvertire un malcostume sociale durato nei secoli (e che ancora oggi, purtroppo, continua tristemente a esistere).
Cinematografo.it - Il senso di Martin Provost per i personaggi femminili (Seraphine, Quello che non so di lei) ritorna in La brava moglie, commedia che si inserisce bene in quel filone del cinema europeo dedicato alle conquiste delle donne, episodi particolari in grado di offrire una prospettiva più ampia del percorso di emancipazione socioculturale e riconoscimento della parità di genere.