di Phyllida Lloyd, Irlanda, UK, 2020, 97′
con Clare Dunne, Harriet Walter, Conleth Hill, Ericka Roe, Cathy Belton, Rebecca O'Mara, Ian Lloyd Anderson, Molly McCann.
Questa è la storia della giovane madre Sandra che sfugge al suo fidanzato violento e combatte contro un sistema abitativo corrotto. Si prepara a costruire la propria casa e nel processo ricostruisce la sua vita e riscopre se stessa.
Mymovies - La prima versione della sceneggiatura, quella che ha suscitato l'interesse e attivato la produzione del film, l'ha scritta Clare Dunne, l'interprete di Sandra, e non c'è dubbio che il suo coinvolgimento sia palpabile e il suo personaggio verosimile, forse proprio perché lontano dallo stereotipo della vittima di violenza, intrappolata in un legame che non riesce a spezzare.
Sentieriselvaggi.it - Verso la fine di La vita che verrà – Herself, Conleth Hill fa riferimento a un certo heavy methal, un termine irlandese (e un doppio senso con il genere musicale) che indica quel profondo senso di comunità che spinge le persone ad aiutarsi a vicenda. Il significato del film sta tutto lì, in quella cooperazione tra persone comuni, un mutuo aiuto che riesce a colmare le lacune di un sistema burocratico ingolfato, a dare supporto in assenza di aiuti statali, a creare spazi di ascolto di fronte all’ottusità istituzionale.