di Thomas Vinterberg, Danimarca, 2020, 115′
con Mads Mikkelsen, Thomas Bo Larsen, Magnus Millang, Lars Ranthe, Maria Bonnevie, Helene Reingaard Neumann, Susse Wold, Magnus Sjørup, Silas Cornelius Van, Albert Rudbeck Lindhardt
Martin, un professore di scuola superiore, scopre che i suoi studenti, i suoi coetanei e persino sua moglie lo trovano noioso, apatico, cambiato. Non è sempre stato così: è stato un docente brillante e un compagno appassionato, quando era più giovane, ma ora è come spento. D'accordo con i colleghi e amici Tommy, Nicolaj e Peter, decide allora di cominciare, insieme a loro, a bere regolarmente ogni giorno, per supplire alla carenza di alcol che l'uomo si porta dietro dalla nascita, secondo la teoria del norvegese Finn Skårderud. L'esperimento, che ha anche un'aspirazione scientifica, comincia subito a dare i primi frutti e Martin torna ad essere un insegnante apprezzato e speciale. Ma gli amici rilanciano, aumentando il tasso alcolico e le cose prendono un'altra piega.
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FilmTv - La macchina da presa di Vinterberg (sempre a mano) sta attaccata ai quattro, via via che l’adrenalina alcolica se ne impadronisce: volteggia, sobbalza, balla, ride; per poi intorpidirsi, fino ad abbattersi spossata in devastanti hangover. Le famiglie crollano, le solitudini peggiorano. Fine dell’euforia? Pentimento? No, questo non è un manifesto per alcolisti anonimi né per moralisti a oltranza. Non è asettico, non ci sprona a una vita morigerata ma, piuttosto, a una vita: vera, assurda, giusta o sbagliata, arrischiata, consapevole della leggera ebrezza alcolica indispensabile per sopportarla e viverla. Danzante, come finalmente danza nella trascinante scena finale Mads Mikkelsen, ebbro perché felice, o viceversa.
MyMovies - Provocatorio, ma affatto superficiale, Un altro giro è un film che celebra la sete di vita e indica una strada possibile, mediamente alterata, senza per questo negare le conseguenze nefaste dell'abuso di alcolici. Vinterberg parla dunque, prima di tutto, alla propria gente, bloccata in una contraddizione perpetua tra retorica puritana e consumo elevato, ma fornisce anche un più generale invito a scegliere come vivere, ad assumersene la responsabilità, nel bene o nel male.