di Chloé Zhao, USA, 2017, 105′
con Brady Jandreau, Mooney, Tim Jandreau, Lilly Jandreau, Leroy Pourier, Cat Clifford.
Nella riserva di Pine Ridge, nel South Dakota, Brady Blackburn addestra cavalli selvaggi. Giovane cowboy e stella nascente del rodeo, apprende dal suo medico di non poter più cavalcare. Una brutta caduta lo ha disarcionato per sempre, sfondandogli il cranio in maniera quasi fatale. A fianco della sorellina, affetta dalla sindrome di Asperger, e in lotta col padre piegato dal lavoro e dalle responsabilità, cerca una nuova ragione di vita in un Paese che non fa sconti.
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Il Circolo in Piazza 3.0 propone:
DEGUSTAZIONE PUGLIA IN TRE PORTATE € 15,00
Sentieriselvaggi - È una bella sopresa The Rider. Un film che partendo dalla storia autobiografica di questo ragazzo (che intepreta se stesso nel film) riesce a disegnare una sincera parabola universale di accettazione dei propri limiti e di dolorosa redenzione. Ma è anche un western The Rider? Certamente ne assume tutte le coordinate immaginarie: innanzitutto quelle iconografiche (l’abbiglimento, gli accessori da cowboy, i cavalli), poi temporali (una dilatazione “epica” delle cavalcate che fa respirare il film oltre la sua stessa trauma) e infine spaziali (questo South Dakota dei giorni nostri sempre molto simile a del vecchio West).
Mymovies - Dentro paesaggi sublimi, filmati sempre all'alba o al tramonto per dare colore a esistenze che ne mancano crudelmente, l'autrice, cinese traslocata a New York, racconta un'epopea autobiografica: la storia di un ventenne che deve reinventarsi a causa di un incidente. Riparato con una placca di metallo, quella 'toppa' in testa gli impedisce di tornare in sella e di corrispondere all'immagine ideale del cowboy.