di Haifaa Al-Mansour, Arabia Saudita, 2019, 101′
con Mila Al Zahrani, Dae Al Hilali, Khalid Abdulraheem, Shafi Alharthy, Nora Al Awadh
Maryam è una dottoressa consapevole della responsabilità del ruolo che esercita in un piccolo ospedale in Arabia Saudita. Nonostante la sua professionalità deve lottare quotidianamente contro il pregiudizio diffuso nella società nei confronti delle donne. Un errore burocratico la fa imbattere per caso nel modulo di iscrizione alle elezioni locali della sua città e decide di candidarsi. Ingaggia le sue sorelle minori perché inizino una raccolta fondi e pianifichino gli eventi per la sua campagna elettorale. Nonostante le restrizioni imposte alle donne, la coraggiosa candidatura di Maryam prende slancio e sfida il sistema patriarcale.
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Cinematografo.it - Il tema, la partecipazione alle elezioni (comunali) delle donne sia come elettrici che come candidate avvenuta in Arabia Saudita nel 2015 nella prima consultazione a suffragio universale, è centrale, e la regista e sceneggiatrice cerca di non farne un discorso a tesi, bensì di incarnarlo con empatia e delicatezza in Maryam e la sua lotta per “sentirsi qualcuno”: preziose le intenzioni, meno gli esiti, in cui l’esibita semplicità del racconto spesso s’accompagna al semplicismo della storia, tanto edificante quanto morbida, anzi, ammorbidita.
Mymovies - La regista riesce a realizzare, come nella sua prova precedente, un film di denuncia senza assumere i toni del pamphlet. Lo fa sempre partendo da una dimensione familiare, da un rapporto tra sorelle che vivono in maniera differente sia il rapporto con la figura materna, ora scomparsa, che quello con il padre. Qui sta l'elemento innovativo nel percorso di Al Mansour.