di Shannon Murphy, Australia, USA, 2019, 118′
con Eliza Scanlen, Michelle Lotters, Toby Wallace, Sora Wakaki, Ben Mendelsohn
La teenager Milla, molto malata, si innamora perdutamente di Moses, ragazzo poco affidabile e spacciatore occasionale. Per la famiglia della ragazza è un incubo, ma lei scopre nell'amore nuove gioie e stimoli alla vita. Spingendosi oltre la morale tradizionale, Milla mostra a tutti, genitori compresi, come vivere senza aver niente da pardere. Quello che era un disastro annunciato si trasforma in un aggraziato lasciarsi andare al proprio destino e ai propri sentimenti.
Cinematografo.it - Nessuno è un santo, l’accento è sulla fragilità. Ognuno si sente solo, e non riesce a condividere, a sostenere i propri cari. Il rapporto tra il padre e la figlia è commovente. Lui la protegge da lontano, non vuole imporsi, cerca il compromesso. È addirittura disposto a calarsi nei panni di uno “spacciatore” per starle vicino. Ciò che rende insolito Babyteeth è la “quiete” che lo caratterizza, mentre la tempesta incombe. E per una volta la morte è trattata con rispetto.
Mymovies.it - Babyteeth presuppone intelligenza emotiva da parte dei personaggi in scena, e quattro attori di razza nei ruoli di Milla, Moses e i suoi due genitori sono all'altezza del (difficile) compito. Su tutti però svetta Ben Mendelsohn nel ruolo del padre di Milla, abbastanza ragionevole da arginare faticosamente il caos emotivo che lo circonda, ma non abbastanza impermeabile al dolore per la malattia di sua figlia con cui il legame è tangibile e commovente. Anche i ruoli di contorno sono gestiti con grazia e competenza, in particolare il cammeo di Eugene Gilfedder nei panni dell'insegnante di musica di Milla.
FilmTv - L’unica opera prima del Concorso adatta la pièce teatrale della sceneggiatrice Rita Kalnejais ribaltando il cancer movie in un gruppo di famiglia (amorevole seppur disfunzionale) in un interno, percorso da vitalità contagiosa (merito del cast in stato di grazia, dai genitori Ben Mendelsohn & Essie Davis alla giovane Eliza Scanlen di Sharp Objects) e da una colonna sonora che unisce Mozart agli Stranglers. Con qualche leziosità da esordiente, ma con una sapiente gestione di spazi e ritmi, che muta il teatro in cinema.