di Robert Guédiguian, Francia, Belgio, Italia, 2019, 107′
con Anaïs Demoustier, Ariane Ascaride, Gérard Meylan, Jean-Pierre Darroussin, Lola Naymark, Robinson Stévenin
Dopo aver scontato una lunga condanna, Daniel esce di prigione e torna a Marsiglia. Sylvie, la sua ex moglie, l'ha avvertito che è diventato nonno: Mathilda, la loro figlia, ha infatti dato alla luce Gloria.
Il tempo è passato, e ognuno si è fatto o rifatto una vita...
Andando a conoscere la bambina, Daniel scopre una famiglia che lotta in ogni modo per restare in piedi: quando un colpo del destino spezza questo fragile equilibrio Daniel farà di tutto per aiutarla.
Guarda la chiacchierata che abbiamo fatto con il regista su https://www.1895.cloud/live/
Note di regia: "Per parafrasare Marx, ovunque regni, il neocapitalismo ha schiacciato relazioni fraterne, amichevoli e solidali, e non ha lasciato altro legame tra le persone se non il freddo interesse e il denaro, annegando tutti i nostri sogni nelle gelide acque del calcolo egoistico. È ciò che questo racconto sociale vuol mostrare attraverso la storia di una famiglia fragile come un castello di carte. Ho sempre pensato che il cinema dovrebbe commuoverci, a volte presentandoci un esempio del mondo come potrebbe essere, altre mostrandoci il mondo così com'è... In breve, abbiamo bisogno sia di commedie che di tragedie per continuare a mettere in discussione il nostro stile di vita... E dobbiamo continuare a interrogarci più che mai in questi tempi difficili, per non soccombere all'illusione che ci sia qualcosa di naturale nella società in cui viviamo". Robert Guédiguian
Il manifesto - La compagnia di attori del collettivo di Robert Guédiguian è di nuovo in scena con un apologo sulla nuova società neoliberista in libera caduta. Nel frattempo il regista ha già terminato il suo nuovo film Mali Twist ambientato in Senegal a Bamako e ne ha prodotti altre tre, Gloria Mundi è stato presentato a Venezia 2019, ma è ancora di grande attualità, nonostante il panorama economico europeo sia oggi a una nuova svolta e il covid abbia esasperato a dismisura le diseguaglianze. Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin, Gérard Meylan sono interpreti che ci ritornano in mente quando la solidarietà di classe prendeva vita tra i protagonisti delle case che si affacciavano sul cortile all’Estaque, il quartiere operaio di Marsiglia, ambientazione prediletta dal regista. Cosa ne è stata di quella solidarietà dai tempi non lontani di Marius et Jeannette (1997) per arrivare una decina di anni dopo a Gloria Mundi? Il neoliberismo dell’era Macron applicato alle classi sociali più indifese ha creato false aspettative e prodotto drammi. In questo più che in altri film di Guédiguian si sente che la tesi soffoca in qualche modo il racconto e diventa predominante a forza di esemplificazioni, sostenuta e riscattata da una predisposizione tutta francese alla classificazione.
Quinlan.it - Il film è, in sostanza, il racconto del fallimento totale della società. Ma questa eccessiva quadratura del cerchio non funziona come risoluzione drammaturgica: il riferimento al precedente La casa sul mare sta proprio a indicare che il regista è perfettamente ancora in grado di esprimere il proprio pensiero chiaramente e senza realizzare lavori a tesi, lasciando aperti varchi e mettendo in scena persone dotate di chiaro-scuri. In Gloria Mundi le sfumature sono poche e il senso di artificiosità prevale: il messaggio metaforico, raggelante, è una condanna infernale a un mondo che non sa riscattarsi.