Hammamet

Hammamet, Gianni Amelio

Hammamet

di Gianni Amelio, Italia, 2020, 126
con Pierfrancesco Favino, Livia Rossi, Luca Filippi, Silvia Cohen, Alberto Paradossi.

Hammamet, Gianni Amelio

Trama

Hammamet, fine del secolo scorso. Il Presidente ha lasciato l'Italia, condannato per corruzione e finanziamento illecito con sentenza passata in giudicato. Accanto a lui ci sono moglie e figlia, mentre il secondogenito è in Italia a "combattere" per riabilitarne l'immagine e gestirne l'eredità politica. Nel suo "esilio volontario" lo raggiungono in pochi: Fausto, il figlio dell'ex compagno di partito Vincenzo suicida dopo essere stato inquisito dal Giudice, e un Ospite suo "avversario, mai nemico". Sono gli ultimi giorni di una parabola umana e politica che vedrà il Presidente dibattersi fra malattia, solitudine e rancore: e la sua ultima testimonianza è affidata alle riprese di Fausto che nello zaino, oltre alla telecamera, nasconde una pistola.

Regia

Gianni Amelio

Cast

Pierfrancesco Favino, Livia Rossi, Luca Filippi, Silvia Cohen, Alberto Paradossi.

Durata

126′

Paese di produzione

Italia

Anno di produzione

2020

Calendario

giovedì 23 gennaio 2020
h: 20:30
venerdì 24 gennaio 2020
h: 20:30
domenica 26 gennaio 2020
h: 20:30
martedì 28 gennaio 2020
h: 21:30
mercoledì 29 gennaio 2020
h: 21:30

Recensioni

Mymovies.it - Con Hammamet Gianni Amelio affronta una pagina della Storia d'Italia sulla quale persiste una lettura contrapposta: Craxi era un "maleducato, manigoldo, malfattore, malvivente e maligno", o un uomo dalla statura fisica e politica imponente "circondato da nani", bersaglio di una "congiura contro la sua persona" più che contro un sistema di cui "tutti facevano parte"? Amelio e il suo team di sceneggiatori non forniscono una risposta univoca, e preferiscono concentrrsi sulla dimensione umana di Craxi e su quella scespiriana, kafkiana e sciasciana della sua storia pubblica, laddove il singolo diventa la cartina di tornasole di un modus operandi che non riflette solo le contorsioni e le viltà della politica ma il carattere stesso degli italiani, pronti a salire sul carro del vincitore e a scendere da quello del perdente.

 

FilmTv - Film politico, certo, ma non biografia di un politico; piuttosto un rendiconto degli ultimi sei mesi di vita di un potente percipitato nella polvere, ma soprattutto di tutti gli appuntamenti mancati con il futuro, con i figli e i nipoti, non solo da Bettino Craxi (che rivive, oltre che nel trucco, nella voce, nelle mani, negli occhi di Pierfrancesco Favino), ma da tutta la politica successiva, probabilmente da tutto un paese dove il “popolo” si è trasformato in “gente”. Hammamet è un film molto triste, perché ci parla, in controluce, di oggi; e ci pone, oggi, le stesse angosciose domande di quarant’anni fa.

 

Cineforum.it - Come sempre Amelio (pensando soprattutto a Il primo uomo e alla classicità di quel film) dà il meglio nella costruzione delle relazioni fra i personaggi attraverso l’uso dei primi piani, dei campo e controcampi e dei raccordi di sguardo. E questa volta insiste ancora di più sul tono monocorde di alcuni suoi interpreti (sempre i più giovani, Livia Rossi nella parte della figlia e Luca Filippi in quella di Fausto, entrambe figure incorrotte e condannate a sopravvivere al potere) per segnare la distanza, lo spaesamento rispetto al mimetismo impressionante di Pierfrancesco Favino, in costante controllo di una prova a rischio di overacting. Perché questo Craxi, in tutta l’ambiguità dell'operazione, è una figura che per forza di cose eccede la norma ed emerge oltre la fissità dello sguardo di chi lo osserva. È l'immagine eloquente non solo della fine di un uomo, ma della fine della politica italiana.

 

Quinlan.it - il regista calabrese si perde ben presto in un affresco umano che non sa decidersi tra metafora e realismo, e resta impelagato a metà strada. La recitazione di Pierfrancesco Favino è ottima, ma che senso ha lavorare in quel modo sul trucco se poi si fa di tutto in fase di sceneggiatura per evitare riferimenti storici diretti, nomi, perfino dei partiti? Più che ambiguo Amelio appare confuso, tanto sul racconto quanto nella messa in scena.

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