di Ken Loach, Gran Bretagna, Francia, Belgio, 2019, 100′
con Kris Hitchen, Debbie Honeywood, Rhys Stone, Katie Proctor, Ross Brewster
Ricky, Abby e i loro due figli, l'undicenne Liza Jane e il liceale Sebastian, vivono a Newcastle e sono una famiglia unita. Ricky è stato occupato in diversi mestieri mentre Abby fa assistenza domiciliare a persone anziane e disabili. Nonostante lavorino duro entrambi si rendono conto che non potranno mai avere una casa di loro proprietà. Giunge allora quella che Ricky vede come l'occasione per realizzare i sogni familiari. Se Abby vende la sua auto sarà possibile acquistare un furgone che permetta a lui di diventare un trasportatore freelance con un sensibile incremento nei guadagni. Non tutto però è come sembra.
Mymovies.it - Verso la fine dei titoli di coda si leggono queste parole: "Grazie a tutti quei trasportatori che ci hanno fornito informazioni sul loro lavoro ma non hanno voluto che i loro nomi comparissero". In questa breve frase è sintetizzata la modalità di lavoro di Ken Loach (e del suo sceneggiatore doc Paul Laverty): costruire una storia solida sul piano cinematografico senza mai dimenticare la realtà. Quella ritratta da Ken Loach è una realtà formata da persone che nel non voler comparire denunciano implicitamente la condizione di precarietà in cui operano. Ci sarà probabilmente chi affermerà che siamo di fronte all'ennesimo comizio di un regista che non ha mai nascosto da quale parte batte il suo cuore. Bene, se questo è un comizio lo erano anche, sul piano letterario, "I miserabili" di Victor Hugo o l'"Oliver Twist" di Charles Dickens (solo per fare un esempio).
Quinlan.it - Alacre e instancabile osservatore della realtà che lo circonda, Ken Loach con Sorry We Missed You non si limita a raccontare il presente, ma anche il percorso che lo ha generato e non ci consegna soltanto un film sul lavoro, bensì, in tutta evidenza, contro il lavoro, così come oggi è diventato. Un robot disumano e disumanizzante, utile solo a rigenerare, continuamente, l’imput sintetico del consumo, travestendolo da benessere. E dopo aver visto il film, inevitabilmente, non sarà poi tanto facile né spensierato per lo spettatore fare acquisti on line. Era davvero giunto il momento che qualcuno ce lo facesse notare.
Il manifesto - il nuovo film di Ken Loach coglie con precisione gli effetti del liberismo oggi. Una famiglia in Gran Bretagna si scontra col lavoro che frantuma le esistenze e le relazioni quotidiane.
KEN LOACH due volte Palma d’oro a Cannes (con Il vento che accarezza l’erba, 2006 e Io, Daniel Blake, 2017) parla di questo in Sorry We Missed You, ed è uno di quei titoli da vedere per capire dove viviamo: senza retorica, con la semplicità diretta di chi la realtà e il suo tempo la sa osservare e cogliere anche al di là del soggetto attraverso il quale la restituisce. A che punto siamo? sembra chiedersi (e chiederci) Loach mentre ci mostra le esistenze di una famiglia come tante tra quelle che oggi non ce la fanno a sopravvivere con l’affitto da pagare, dei figli e senza le «garanzie» – seppure sempre più blande del «posto fisso». Lo hanno perso, o non lo hanno mai avuto e nella società attuale, governata dall’obbligo di «reinventare» il concetto stesso di lavoro, e insieme della vita, devono afferrare ciò che arriva. Ma questa invenzione – del lavoro, della vita – non è quasi mai sinonimo di creatività, o di una maggiore libertà, nella maggior parte dei casi si rivela ricatto, violenza, un massacro quotidiano.