di Benedetta Argentieri, Italia, 2018, 74′
con Yanar Mohamed, Rojda Felat, Selay Ghaffar.
In mezzo alla guerra e al fondamentalismo, sono cresciute donne leader che comandano eserciti, organizzano la fuoriuscita delle altre donne dalla schiavitù, guidano forze politiche laiche e progressiste, andando villaggio per villaggio a sfidare i talebani. Queste donne praticano la democrazia più avanzata che possiamo immaginare nei contesti meno favorevoli possibili. Queste donne testimoniano la rivoluzione necessaria ovunque.
Saranno con noi per commentare il film:
Dopo il film aperitivo con specialità curde per raccogliere fondi per la Mezzaluna Rossa Kurdistan Italia Onlus.
Mi dicono: “oh, tu sei solo una femminista”.
Si, sono "solo" una femminista nella parte del mondo dove tutte le donne sono schiave.
- Yanar Mohammed
“I Am The Revolution” racconta una rivoluzione necessaria e lontana, ancora oggi e ovunque. Racconta di donne leader e donne comandanti che combattono una stessa guerra in modi e in mondi diversi. In Afghanistan, Siria ed Iraq. Ma che hanno capito che la rivoluzione non si fa. Si è.
Ciascuna (e ciascuno) a modo suo.
#iamtherevolution
In mezzo alla guerra e al fondamentalismo, in Afghanistan, Siria ed Iraq, sono cresciute donne leader che comandano eserciti, organizzano la liberazione di altre donne dalla schiavitù, guidano forze politiche laiche e progressiste, sfidando i talebani villaggio per villaggio.
Queste donne praticano la democrazia più avanzata che possiamo immaginare nei contesti meno favorevoli possibili. Queste donne testimoniano la rivoluzione necessaria ovunque.
Trent’anni di guerra in Afghanistan e Iraq, cinque in Siria: una parte fondante della storia dell’umanità rischia di scomparire. Violenze, segregazione, fondamentalismo e negazione di qualsiasi diritto altrui, condannano alla scomparsa minoranze etniche, colpiscono senza pietà donne e bambini, prime vittime del furto di futuro.
Non ci sono parole per il dolore sparso come un veleno tra le popolazioni. In uno scenario che sembra immutato e immutabile, esistono vite ed esperienze che resistono per accendere una scintilla. Per cambiare la Storia.
Questo documentario racconta la storia di tre donne, delle loro comunità e del cambiamento che portano nel loro mondo. Tre rivoluzionarie che rischiano la propria vita per scelte diverse.
Yanar Mohamed organizza attraverso dei rifugi per donne in fuga dalla tratta, da violenze familiari e dalla prostituzione “un piccolo esercito di schiave pronte a combattere fino in fondo per i diritti delle donne”. La sua attività, illegale in patria, è riconosciuta dall’Onu.
Rojda Felat è diventata in pochi anni il comandante in capo delle Forse Siriane Democratiche, l’alleanza tra milizie curde e arabe sostenute dagli USA che ha sconfitto ISIS nel Nord della Siria e riconquistato Raqqa.
È una donna che comanda 60mila uomini e donne armati, praticando una parità di ruoli e diritti impensabile in qualsiasi altro esercito.
Selay Ghaffar è la portavoce del partito della Solidarietà dell’Afghanistan, unico partito laico e progressista del Paese e l’unico con una leder donna. Ha passato la sua vita a educare le donne e lottare per la loro indipendenza, ora cerca di trasferire questa esperienza ovunque.
Nel calore delle relazioni, con determinazione e con fragilità, nel racconto e nell’educazione, grazie a una comunità di pari e riconoscendo le differenze, queste donne traducono in realtà diritti presenti solo nelle più evolute democrazie del mondo. Ce la faranno a imporre la loro Rivoluzione in Medio Oriente?
“I Am the Revolution” racconta lo sforzo di queste donne, la trasformazione delle loro vite a causa delle guerre, del fondamentalismo islamico e della cultura della negazione del diritto altrui che ormai imperversa ovunque. La loro vita quotidiana e i fatti straordinari di cui sono protagoniste. Queste donne, minacciate dai poteri e dal terrorismo, sono diventate un’ispirazione per le future generazioni.
Nell’intreccio delle loro storie, del loro sguardo, delle rinunce e della paziente costruzione di relazioni e pratiche, c’è la promessa del mondo che sarà.
Per tutti. Perché le rivoluzioni che cambiano la Storia cominciano dal basso.