di Raúl de la Fuente, Damian Nenow, Polonia, Spagna, Germania, Belgio, Ungheria, 2018, 85′
con Akie Kotabe, Wilson Benedito, Ryszard Kapuscinski
Nel 1975, in piena Guerra Fredda, i portoghesi lasciano le colonie africane. L'Angola, però, non è un territorio facile, il petrolio fa gola, e il paese è spaccato in due. Tra i sostenitori dell'MPLA, il movimento di liberazione marxista-leninista, e quelli dell'UNITA, sostenuti dagli Stati Uniti, scoppia la guerra civile e il conflitto monta rapidamente su scala internazionale. Ryszard Kapuściński, giornalista della Polonia socialista, è lì, nel mezzo dell'assedio di Luanda, dove infuriano il caso e la paranoia, la "confusão", e dove ama essere, perché quella è la sua missione. Convincerà i suoi superiori a lasciargli tentare di raggiungere il fronte meridionale, dove il generale Farrusco, con un manipolo di pochi uomini, sta portando avanti una resistenza che ha dell'incredibile.
Corriere.it. «È potente, questa confusão, ruba nei nostri cuori. Non puoi abbatterla, puoi solo attraversarla». Confusão è «la parola chiave, la parola sintesi, la parola quintessenziale» per descrivere il caos dell’Angola nel 1975. Il reporter polacco Ryszard Kapuscinski (1932-2007) la ripete più volte nel reportage-capolavoro scritto nel 1976 dopo i tre mesi trascorsi in Angola: Ancora un giorno (pubblicato in Italia da Feltrinelli). Ora, per la prima volta, il libro è stato tradotto per lo schermo in un film omonimo in arrivo nei cinema italiani il 24 aprile. A dirigerlo sono il documentarista spagnolo Raúl de la Fuente e il regista di animazione polacco Damian Nenow. Un documentarista e un esperto di animazione 3D per un film che mescola i linguaggi: la ricostruzione animata dei fatti e delle atmosfere (realizzata a partire dalla recitazione di attori in carne e ossa) si uniscono alle interviste dal vero realizzate per l’occasione.
(...) Nel film il racconto della guerra civile si intreccia con la riflessione sul ruolo del reporter quando Kapuscinski sceglie di non divulgare la notizia della presenza delle truppe cubane in Angola per sostenere la causa civile.
Movieplayer.it. Scritto all'indomani del suo viaggio in Angola nel 1975, nel pieno della Guerra Civile, il reporter polacco vuole essere sicuro che nessuno dimentichi ciò che è successo. Raúl de la Fuente e Damian Nenow recuperano il suo messaggio e lo trasformano in un'opera audace che presentano al Festival di Cannes, un'opera che coinvolge e stupisce, resoconto coraggioso di una storia tristemente vera. Il film mescola sequenze in animazione a live action sfruttando la varietà per rendere lo spettatore partecipe dell'incredibile viaggio di Ryszard Kapuściński. Ogni sequenza comunica la passione degli autori per i reportage del grande giornalista polacco. Il ritmo vivace veicola una narrazione rapida, costellata da colpi di scena. Nel corso del film non possiamo non appassionarci ai personaggi che Kapuściński incontra sul suo cammino.
mymovies.it. D'ora in poi bisognerà ricordarsi di citare Another day of life tra i casi di bei film tratti da bei libri, perché i giovani Raul de la Fuente e Damian Nenow hanno saputo trasportare in immagini di loro invenzione lo spirito eccezionale di un uomo e di un mestiere e trasformare una storia di quarant'anni fa in un racconto per il presente. (...) Another day of life è un reportage di guerra, un'immersione nella Storia, ma anche un viaggio nell'anima, tra incancellabili sensi di colpa e risposte esistenziali che soltanto chi ha vissuto così può avere in cambio. È anche un film con una reale ragione di essere, che va oltre la testimonianza. Tutti i personaggi coinvolti hanno una cosa in comune: hanno visto qualcosa che ha cambiato la loro vita. E là dove ci sono delle immagini che hanno questo potere, c'è un film che domanda e merita di venire alla luce.
Dal pressbook del film:
ANCORA UN GIORNO è un’innovativa combinazione che unisce mondi differenti: live acting,lungometraggio, graphic novel, documentario, avvincenti sequenze animate, deliranti visioni surreali. Un progetto unico nel suo genere che ha potuto prendere vita grazie a un team di 200 professonisti tra grafici, artisti e animatori.
RYSZARD KAPUŚCIŃSKI(4 marzo 1932 –23 gennaio 2007)
(...) Kapuściński è uno dei più importanti e noti reporter al mondo, ha assistito a numerose guerre e colpi di stato e in almeno due occasioni è stato sul punto di essere ucciso mediante esecuzione,riuscendo fortunatamente a sfuggirvi. Quando fu interrogato suquale fosse lasua professione, rispose: “Sono un traduttore di culture”.
(...) Nel1976, Kapuściński ha pubblicatoAncora un giorno, il suo primo libro,non una raccolta dei suoi reportage. Nel libro, l’asciutto e sterileracconto del reportage redatto per l’Agenzia Stampa Polacca, è sostituito da poetiche narrazioni e ricche descrizioni. Kapuściński tiene molto a questo libro e lo si intuisce chiaramente dal modo in cui ne parla: “Ancora un giornoè un libro estremamente personale. Non parla della guerra o delle fazioni in conflitto, ma del sentirsi persi, della paura che proviamo verso ciò che non conosciamo e dell’incertezza del destino di ognuno di noi. A volte capita che riusciamo a ritrovare noi stessi mentre viviamo situazioni in cui siamo sicuri che questa volta non riusciremo a sfuggire alla stretta della morte. E giorno dopo giorno,al nostro risveglio,ci sentiamo sollevati e tra noi stessi pensiamo: bene oggi ci attende un altro giorno in vita, e domani ancora un altro giorno.”
(...) "Kapuściński si identifica con gli umiliati e gli offesi.Desidera comprendere il prossimo e dare voce a chi non ne ha, ovvero i poveri. Kapuściński mi ha incoraggiato a prendere in mano la telecamera e a viaggiare per il mondo riprendendo le storie delle persone che lottano per sopravvivere. E adesso, anni dopo, “Ancora un giorno” ha finalmente preso vita. E’ un film sulla guerra con immagini di guerra e d’azione spettacolari, ma allo stesso tempo è una storia con un contenuto altamente poetico e intellettuale. Una storia sul giornalismo di guerra, in cui il protagonista principale cerca di scovare la verità in mezzo a una guerra confusa e caotica. Unprotagonista che sceglie da che parte stare, ovvero dalla parte delle persone che ha incotrato nel suo viaggio e dalla parte della popolazione angolana". (il regista Raul de la Fuente)