di Alex Garland, USA, Gran Bretagna, 2014, 108′
con Domhnall Gleeson, Oscar Isaac, Alicia Vikander, Sonoya Mizuno, Chelsea Li
Tra tutti gli impiegati del grande motore di ricerca per cui lavora, Caleb è stato scelto per il prestigioso invito nella residenza del mitologico fondatore della società e inventore dell'algoritmo di ricerca. Arrivato in una zona a metà tra la magione irraggiungibile (lo porta un elicottero privato che si ferma diversi chilometri prima del primo edificio) e il rifugio zen, Caleb comprende di essere stato scelto da Nathan per un importante esperimento. Da decenni infatti Nathan è al lavoro sulla costruzione di un'intelligenza artificiale e Caleb deve testarla per capire se abbia raggiunto o meno il suo obiettivo. Il modello attuale con cui Caleb si confronta si chiama Ava, ha forma umanoide, pelle e circuiti, ragiona ed è conscia del suo status. Dopo i primi giorni Caleb comprende però che c'è qualcosa che non va, le frequenti ubriacature del capo, i moltissimi luoghi della magione in cui non può entrare e alcune strane confessioni di Ava compongono un mosaico più inquietante di quel che non sembrasse all'inizio.
mymovies.it. Nello scontro di intelligenze a tre del film Nathan, Caleb e Ava combattono tramite la parola (almeno fino a poco dal finale) una guerra di strategia e menzogne in cui, come spesso capita nella fantascienza contemporanea, sembra che solo il video registrato possa rivelare la verità. La realtà guardata con gli occhi è la cosa più ingannevole in assoluto, terreno di mistificazioni, mentre il video è la realtà, lo strumento di conoscenza del mondo per come è realmente, l'arma che svela gli inganni. È quindi tutto ciò che è tecnologico a meritare fiducia mentre l'analogico si dimostra costantemente insufficiente a reggere la pressione del confronto con l'inumano, non fanno eccezione gli uomini.
In questa gothic story ottocentesca modernizzata di uno scienziato impazzito che cerca di giocare a far Dio e delle creature frutto dei suoi esperimenti, il ritmo è rallentato e il passo calmo per cercare una dimensione confortevole per lo spettatore, una in cui possa ridere dei balletti disco di Nathan e intuire la presenza di segreti inconfessabili. Come per il mito di Frankenstein anche qui il punto di tutto sarà chiedersi chi dei personaggi in ballo sia davvero il mostro e chi meriti l'appellativo di essere umano (la risposta purtroppo è abbastanza scontata).
filmtv.press. Scritto e diretto da Alex Garland, Ex Machina (il "Deus" sottinteso è chiaramente Nathan) appartiene al filone della fantascienza cerebrale, tipo Moon, Lei o Under the Skin. Gli ingredienti sono gli stessi, seppure declinati in modo diverso: il tema dell'umano nel suo confronto con i mali della postmodernità (solitudine, alienazione), il conflitto con la tecnologia, rappresentazioni e contesti algidi, musiche minimaliste ipnotiche, interpreti silenti e dolenti, robot o alieni o replicanti affamati di emozioni, assai più dei "demiurghi". Ex Machina ha dalla sua un ottimo cast (di feroce tenerezza l'androide interpretato da Alicia Vikander) ed è molto efficace nel costruire la tensione, nel non svelare subito le sue carte, insomma nel modellare l'intreccio thriller sfruttando la claustrofobia degli interni e l'evocata agorafobia degli esterni, essendo la magione di Nathan in mezzo non al nulla ma al tutto, la natura incontaminata. Più di una analogia, interessante anche se casuale, con Foxcatcher di Bennett Miller: Ex Machina, in fondo, è un'altra "storia americana".