di Gastón Duprat e Mariano Cohn, Argentina/Spagna, 2016, 118′
con Oscar Martínez, Dady Brieva, Andrea Frigerio, Belén Chavanne, Nora Navas.
Daniel Mantovani, premio Nobel per la letteratura, l'ha profetizzato nel suo antiretorico discorso svedese: la massima onoreficenza farà di lui un monumento, spedendolo anzitempo al museo. Da cinque anni, infatti, non scrive niente di nuovo, e sono più gli inviti che rifiuta di quelli che accetta. Quando però arriva via lettera una richiesta da Salas, minuscolo paese argentino, decide di andare. A Salas, Daniel Mantovani è nato e cresciuto, e da là è fuggito, senza mai tornare, quarant'anni or sono, costruendo la sua identità sul rifiuto di quel luogo e della sua mentalità. Una volta in Argentina, lo scrittore è oggetto di un'accoglienza trionfale, ma col passare dei giorni le cose peggiorano, le sue opinioni non piacciono, si solleva un malumore sempre più generalizzato,un'aria nientemeno che di violenza.
Cineforum.it. El ciudadano ilustre è, d'altronde, proprio un film su quello che sta intorno, sui dettagli, sui particolari, che quanto più sono specifici e descrivono il paesaggio umano e ambientale di contorno, tanto più delineano la solitudine del personaggio principale. Daniel è solo, ovunque alieno. Uno straniero in Europa, un gringo in Argentina. Sempre fedele a se stesso, sempre estraneo alla situazione, che si tratti della cerimonia di attribuzione dei premi Nobel oppure della premiazione del concorso per pittori dilettanti del pueblo. Daniel è l'artista che osserva criticamente la realtà e la rielabora attraverso la narrazione tentando un esorcismo personale ma anche imponendo la propria posizione di intellettuale, quella che lo costringe alla solitudine, al conflitto, alla rinuncia di un'appartenenza confortevole perché di quella e da quella si alimenta. Così l'artista, il narratore, vive la condizione di apolide, creatore sospeso tra l'immaginazione e la verità, sempre intento a costruire una storia dietro ogni segno, ogni ferita, ogni cicatrice; che poi la storia sia vera o immaginata in fondo non conta nulla.