di Dorra Zarrouk, Palestine/Egypt, 2024, 79′
La storia di una famiglia palestinese, composta da genitori e otto figli, fuggita da Gaza in Egitto tre mesi dopo l’inizio della guerra, il 7 ottobre 2023. Tra loro c’è Nadine, giovane madre di due gemelle nate finalmente dopo anni di tentativi falliti. La famiglia deve affrontare la perdita della casa, dei propri beni e dei propri cari rimasti a Gaza, un luogo che amavano e consideravano il loro mondo, affollato ma accogliente. Ora, rifugiati in Egitto, sognano di tornarci, ma la distruzione di Gaza getta un’ombra sul loro futuro, evocando la tragedia di una seconda Nakba. Portando con sé simbolicamente la chiave della loro casa distrutta, affrontano il ricordo e la nostalgia di un luogo che potrebbero non rivedere mai più. Attraverso le loro emozionanti testimonianze e immagini sia del loro esilio che della vita a Gaza prima e durante la guerra, il film immortala la loro esperienza, compresa la visita segreta di Nadine a Gerusalemme per dare alla luce le sue gemelle, in un ospedale attrezzato per un intervento così delicato, e la fuga della famiglia attraverso il valico di Rafah.
Al termine del film incontro con Maria Elena Marabotto Petrelluzzi, autrice del libro
Cinema Palestina
Memorie e immaginari resistenti
Edizione AgenziaX
I film palestinesi sono interconnessi al contesto storico e politico nel quale si sviluppano e hanno da sempre rappresentato le forme di resistenza alla cancellazione di memorie e di pratiche di una popolazione resa forzatamente diasporica. In questi drammatici mesi è ancora più importante cercare di capire quale ruolo potrebbe avere il cinema nel trasmettere i valori di tale resistenza.
Prefazione di Saverio Costanzo
Nel gennaio 2024, a tre mesi dall'inizio della guerra a Gaza, ho ricevuto un messaggio da una giovane donna palestinese di nome Nadine. Mi contattava non per domandare l'elemosina, ma per chiedere aiuto con dignità, e mi ha raccontato la sua storia. Quel messaggio mi è rimasto impresso, accendendo in me il desiderio di realizzare un film su Nadine e la sua famiglia, che sono fuggiti dal nord di Gaza verso l'Egitto dopo che la loro casa era stata distrutta e avevano perso tutto ciò che possedevano. Attraverso il loro viaggio, ho scoperto una storia non solo di sopravvivenza, ma anche di identità e resilienza, e il trauma silenzioso di coloro che sono rimasti in vita, e portano il peso della “vita che rimane”. Questo film parla di persone che sono fisicamente sopravvissute, ma segnate per sempre da ciò che hanno perso. Quando tutto il resto è andato perduto, non gli resta che la vita stessa, ma anche quella è fragile più che mai.
Dorra Zarrouk
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