di di Jia Zhang-Ke, Cina, Francia, Giappone, 2015, 131′
con Zhao Tao, Zhang Yi, Jing Dong Liang, Zijian Dong, Sylvia Chang.
Fenyang, 1999. La Cina è a un passo dal nuovo secolo e da Macao, ultima colonia portoghese in Asia. Mentre il Paese si appresta a ristabilire la propria sovranità, Tao, una giovane donna di Fenyang, non sa decidere a chi appartenere. Corteggiata da Zhang, proprietario di una stazione di servizio che si sogna capitalista, e Lianzi, minatore umile che estrae speranze e carbone, Tao prova a fare chiarezza nel cuore. Tra una corsa in macchina e un piatto di ravioli al vapore, sceglie Zhang e getta nella disperazione Lianzi, che abbandona casa e città. Quindici anni, un matrimonio e un figlio dopo, Tao è separata e sola, Lianzi ha un cancro e Zhang vive a Pechino con un'altra donna. Cinico e ricco ha ottenuto l'affidamento del figlio, che ha chiamato come la valuta americana (Dollar) e ha deciso di far crescere in Australia. Terra promessa dall'altra parte del Mondo, l'Australia diventa la patria di Dollar che maggiorenne e inquieto ha deciso di ritrovare sua madre e la Cina. A ostacolarlo c'è Zhang, che non ha mai imparato l'inglese e non ha parole per raggiungere il suo ragazzo. A casa e sotto la neve, attende da sempre Tao.
« (...) Jia Zhang-ke è un regista che merita attenzione: fosse solo che il suo cinema fa capire meglio di tanti saggi il modo devastante in cui modernizzazione e crescita economica stanno distruggendo l'identità della Cina. » Alessandra Levantesi Kezich, La Stampa
« Tre parti di magistrale regia perturbante e coinvolgente (...). Indimenticabili personaggi, come in un romanzo di Balzac o Flaubert, aggiornati al tema del declino e a una diversa riluttanza all'amore della nostra epoca. E' un film sul tempo, che è stato, che è, e che verrà (...). A proposito di cinema si rende sempre onore all'emozione, che tuttavia è fuggevole, meno importante e profonda del sentimento. Jia ci lascia un sentimento vero, da vivere e meditare. » Silvio Danese, QN Quotidiano Nazionale.