di Koya Kamura, Corea del Sud, Francia, 2024, 104′
con Bella Kim, Gong Do-yu, Jung Kyung-soon, Park Mi-Hyeon, Roschdy Zem, Ryu Tae-ho
A Sokcho, cittadina di pescatori vicina al confine settentrionale della Corea del Sud, la giovane Soo-ha lavora in una piccola pensione. È franco-coreana, ma non ha mai lasciato il Paese: il mondo le arriva solo attraverso i racconti degli altri. Quando alla pensione arriva Yan Kerrand, illustratore francese alla ricerca di ispirazione per il suo nuovo graphic novel, tra i due nasce un rapporto sottile, fatto di silenzi, piccoli gesti, attrazioni trattenute. Mentre l'artista tenta di superare un blocco creativo, Soo-ha si ritrova a rivivere, senza volerlo, le dinamiche sentimentali della madre, risucchiata in un ciclo di desideri e delusioni.
Tratto dal romanzo pluripremiato di Elisa Shua Dusapin, Un inverno in Corea è il racconto di una relazione che si realizza più nel non detto e nelle sfumature che nell'interazione tra i suoi personaggi.
Mymovies.it - Il regista Koya Kamura, al suo debutto, gira con mano ferma l'interazione tra i due protagonisti, superando, a tratti, i limiti di un cinema d'autore midcult, pensato chiaramente come prodotto da esportazione: i riferimenti alla zona demilitarizzata e alla guerra di Corea restano didascalici almeno quanto i cliché gastronomici e caratteriali che inquadrano la "francesità", ma sono fragilità perdonabili nel contesto di un coming of age che ha le qualità di un promettente esordio.
Cineforum.it - Il film è diretto da Koya Kamura con molta attenzione a non calcare mai la mano, facendo “parlare” gli ambienti, i dettagli e anche i silenzi ritrosi, con appropriata sensibilità. Si veda ad esempio quando nel bagno “gioca” a confondere i corpi della madre e della figlia in “quegli abissi di tiepidità” come canterebbe Paolo Conte. Kamura è al suo primo lungometraggio dopo due corti ma davvero non si direbbe (il testo però gli deve avere dato una grossa mano, e tra gli sceneggiatori spicca il nome della scrittrice), infatti arriva a Bergamo dopo fruttuose incursioni festivaliere a Toronto e San Sebastian. Tra l'altro, oltre alla pregevole colonna sonora di Delphine Malaussena (che vanta bei precedenti come tecnica del suono e si sente!), vanno segnalate le animazioni, coordinate da Agnes Patron, che evidentemente “si ispirano” al tocco rapido, impressionista a inchiostro del protagonista, una personalità che dice di essersi formata sui fumetti di Tin Tin, Filemon e Corto maltese.
FilmTv - Opera prima di un regista giapponese cresciuto a Parigi, tratta dal romanzo (Inverno a Sokcho, FinisTerrae) della svizzero-coreana Élisa Shua Dusapin, Un inverno in Corea fa incontrare il senso di sradicamento di autori alle prese con un’identità divisa in due, e lo trapianta efficacemente nel personaggio di Sooha (interpretata dalla magnetica esordiente Bella Kim), refrattaria a tradizioni e ossessioni (quella estetica, su tutte) della sua patria. Il suo legame ambiguo, quasi edipico, con lo scostante straniero non scivola mai in cliché risaputi, lasciando lo spettatore davanti a un racconto opaco, illustrato dal regista con mano fin troppo consapevole (le ricercate inquadrature degli specchi ai bagni pubblici, che fondono visi e corpi di donne diverse) e puntellato dalle magnifiche animazioni di Agnès Patron, quasi lacerti onirici dalla mente della protagonista.