di Geco, Italia, 2025, 82′
con Geco, Bol, Tuff, Numi, Naps, Breezy G, Syla, Domiziana Febbi, Cros, Valerio Mattioli, Valerio Bindi, Maria Egizia Fiaschetti, Frode, Domenico Melillo
The Art Of Disobedience è un viaggio adrenalinico nel mondo del graffiti writing attraverso lo sguardo di Geco, uno dei writer più noti e prolifici d'Europa. Con una straordinaria ostinazione e uno stile inconfondibile, ha trasformato la sua arte in un atto di sfida alle regole e alle convenzioni sociali. Attraverso immagini inedite e riprese mozzafiato, il film ci trascina tra le strade e sulle vette più alte di Roma (e non solo), ripercorrendo i momenti salienti dell'assurda caccia all'uomo di cui l'artista è stato protagonista. La sua identificazione a Roma nel 2020 ha scatenato una bufera mediatica senza precedenti, dividendo l'opinione pubblica e riaccendendo il dibattito sul concetto stesso dell'arte. Chi decide cosa è arte e cosa è degrado? The Art Of Disobedience è un invito a guardare oltre le apparenze, a scoprire il potere della disobbedienza e a interrogarsi sul significato di libertà.
Domani - The Art Of Disobedience è un viaggio adrenalinico nel mondo del graffiti writing attraverso lo sguardo di Geco, uno dei writer più noti e prolifici d'Europa. Con una straordinaria ostinazione e uno stile inconfondibile, ha trasformato la sua arte in un atto di sfida alle regole e alle convenzioni sociali. Attraverso immagini inedite e riprese mozzafiato, il film ci trascina tra le strade e sulle vette più alte di Roma (e non solo), ripercorrendo i momenti salienti dell'assurda caccia all'uomo di cui l'artista è stato protagonista. La sua identificazione a Roma nel 2020 ha scatenato una bufera mediatica senza precedenti, dividendo l'opinione pubblica e riaccendendo il dibattito sul concetto stesso dell'arte. Chi decide cosa è arte e cosa è degrado? The Art Of Disobedience è un invito a guardare oltre le apparenze, a scoprire il potere della disobbedienza e a interrogarsi sul significato di libertà.
Movieplayer - Non c'è dubbio che l'opera sia una folgorazione: concepita in modo carbonaro (produzione totalmente indipendente), riluttante verso lo status symbol di un cinema che preferisce l'industria all'espressione. L'abbiamo vista in anteprima, alla vigilia di un tour che, ci scommettiamo, continuerà a fare il tutto esaurito. Per citare un famigerato gruppo hip-hop della Roma più popolare, questo non è un film né un documentario nel senso stretto, piuttosto è l'assalto frontale che sfida e ridicolizza il potere e l'ordine costituito. (...)
Concitato nel ritmo e dilatato nello spazio, funambolico nella regia - spesso in POV, grazie alle Go-Pro -, riscrive l'idea di una disobbedienza che genera nuove leggi morali, andando oltre la trasgressione. Se il decoro è una forma di censura verso l'accento di una città (figuriamoci verso una città come Roma), l'approccio di GECO, rivisto nel suo film, è la legittima presa di posizione, ostinata e contraria. Punto di riferimento eppure bussola senza magnete, anarchica e smodata. Un adesivo dopo l'altro su quel cartello fermi al semaforo; una scritta che ridisegna il paesaggio, plasmandolo e riconquistandolo. Perché GECO è ovunque, GECO è Roma, GECO è casa.