di Paul Thomas Anderson, Usa, 2025, 161′
con Alana Haim, Benicio Del Toro, Chase Infiniti, D.W. Moffett, Leonardo DiCaprio, Paul Grimstad, Regina Hall, Sean Penn, Shayna McHayle, Starletta DuPois, Teyana Taylor, Wood Harris
Sono trascorsi sedici anni dalle ardite azioni rivoluzionarie del gruppo politico French 65, e dopo l’arresto di molti membri della banda Bob Ferguson vive sotto falsa identità con la figlia adolescente Willa, che ha avuto con la compagna di lotta Perfidia Beverly Hills, ora svanita nel nulla. Quando l’acerrimo nemico dei French 75, il colonnello Steven J. Lockjaw, riappare e Willa scompare, l’ex militante radicale si lancia in una disperata ricerca. Padre e figlia dovranno affrontare insieme le conseguenze del suo passato.
Adattamento e reintwrpretazione del romanzo Vineland di Thomas Pynchon.
«Non ho mai visto un film, per tono, così affine al Dottor Stranamore di Stanley Kubrick – ha detto il regista – Una battaglia dopo l’altra offre una sorta di commedia assurda, presa molto sul serio, perché riflette in larga misura ciò che accade oggi, ogni giorno, in tutto il Paese. Ma arriva a un punto in cui ti viene voglia di ridere, perché se non ridi, inizi a urlare».
da il manifesto del 24/09/2025
Quinlan.it - Spostando con intelligenza l’ambientazione temporale di Vineland, romanzo di Thomas Pynchon che in una maniera labile è servito come “ispiratore” per la sceneggiatura, Anderson sovrappone in una qualche misura la sua figura a quella di Pat alias Bob Ferguson, il rivoluzionario che ha fallito, e che ora vive con una falsa identità in un posto sperduto al confine con il Messico dove, ogni giorno, migliaia di persone al limite della disperazione cercano di accedere al “sogno americano” tramutatosi anno dopo anno in un incubo, in un lager militare, in uno spazio che soffoca ogni tentativo di identità, di deviazione rispetto alla prassi borghese consolidata. Il cinema come atto di resistenza, dunque, come l’utilizzo della pellicola, il rimando a un universo immaginifico lontano, perduto nelle brume del tempo eppure ancora lì pronto a permeare nuove generazioni, convincendole della giustizia della lotta, anche quella più brutale. Perché la libertà, come insegnava Nina Simone e nel film sottolinea Benicio Del Toro nel ruolo di Sergio St. Carlos (o Sensei, come lo chiamano tutti in quanto gestore di un dojo), significa non avere paura.
Mymovies - Anderson mette in evidenza un cambiamento di paradigma generazionale e identitario in un mondo sull'orlo del baratro e in un Paese sempre più autoritario, ma dove continuano a rinascere proteste salutari, necessarie e vitali. Inventa una visione poetica della storia degli Stati Uniti, un cortocircuito temporale che mescola passato e presente, La battaglia di Algeri e Black Lives Matter... In questa commedia poliedrica, che oscilla tra dramma intimista e action movie senza interruzioni, i personaggi sono innumerevoli. Appaiono, scompaiono e ricompaiono, passandosi il testimone, urtandosi lungo il percorso, mescolandosi costantemente, contaminandosi a vicenda, in una storia frammentata e allucinata, posta sotto il segno del tradimento. Un cocktail esplosivo preparato da Anderson, bombarolo come Ferguson, con umorismo terribile per far emergere le componenti più folli di un'umanità che si sta perdendo in tutto lo spazio che lo schermo gli concede