di Carine Tardieu, Francia, Belgio, 2024106, 106′
con Pio Marmaï, Valeria Bruni Tedeschi, Vimala Pons, Raphael Quenard, César Botti
Sandra, cinquantenne indipendente e single per scelta, si vede costretta da un giorno all'altro a condividere l'intimità del suo vicino di casa Alex e dei suoi due bambini. Contro ogni aspettativa, Sandra inizia pian piano ad affezionarsi e diventa la figura femminile di questa sua nuova famiglia adottiva. Nascerà tra loro un legame speciale.
Tratto dal romanzo “L’Intimité” di Alice Ferney : una commovente storia di affetti incrociati, un'ode alla solidarietà di incredibile delicatezza.
Mi piaceva l'idea di realizzare il ritratto di una donna moderna, non sottomessa ai dettami del patriarcato, che rivendica la sua indipendenza e che assume il suo celibato senza avere la necessità di giustificarsi. Una donna libera insomma, ma che,
scossa dall'affetto che un bambino e il suo patrigno in lutto provano per lei, vede improvvisamente tutte le sue certezze andare in frantumi… Mi piaceva l'idea che una donna che non sembra avere particolare affetto per i bambini si affezioni senza desiderarlo ad un uomo e anche e soprattutto ai suoi figli.
CARINE TARDIEU
Mymovies - Valeria Bruni Tedeschi è bellissima (non solo nel senso estetico ma in quello etico) nel ruolo di Sandra, ed evidentemente la regista è stata abilissima nel tenere a freno i potenziali istrionismi della sua prima attrice, allo stesso tempo evidenziandone la natura anarchica e mercuriale. Tardeu è anche bravissima a far recitare con infinita naturalezza i bambini in scena e l'eccellente Pio Marmaï nel ruolo di Alex, uomo responsabile e gentile ma a volte retorico, intento all'occasionale mansplaining ma pronto ad accettare fino in fondo, nelle sue umane contraddizioni, una femminista convinta come Sandra. Lo stesso Elliott (l'adorabile César Blotti) è un bambino cinematografico sui generis: intelligente, intuitivo, sempre presente a se stesso, maturo senza diventare un adulto in miniatura, evidentemente cresciuto nella chiarezza e nella verità.
Cinematografo - Più che teorizzare un nuovo tipo di famiglia, L’attachement racconta come persone non necessariamente legate da vincoli di sangue (c’è anche Marie-Christine Barrault nel ruolo della nonna dei bambini) riescano a trovare le risorse e le possibilità per instaurare relazioni profonde, facendosi carico l’uno dei dolori dell’altro, scegliendo di camminare insieme anche quando le strade si dividono (l’ultima parte è un tripudio di arrivederci non voluti e struggenti addii, come quello all’aeroporto che ci ricorda quanto sia difficile ammettere di aver amato qualcuno). Una famiglia, insomma.