di Cherien Dabis, Cipro, Germania, Grecia, Giordania, 2025, 145′
con Saleh Bakri, Cherien Dabis, Adam Bakri, Maria Zreik, Mohammad Bakri
La madre di un ragazzo palestinese rimasto ferito in uno scontro con soldati israeliani durante una protesta, ripercorre gli eventi che hanno condotto la famiglia fino a quel drammatico momento.
Con un appassionante racconto che abbraccia tre generazioni, la donna svela le continue lotte di una famiglia palestnese che non ha mai smesso di combattere per la propria identtà, a partire dal 1948, quando iniziarono i primi sfollamenti da parte dell’esercito israeliano.
Il mio primo ricordo del viaggio in Palestina per visitare il nostro villaggio natale risale a quando avevo otto anni. I soldati israeliani armati trattennero la mia famiglia al confine per 12 ore.
Rovistarono tra il contenuto delle nostre valigie. Mio padre li affrontò quando ci ordinarono di spogliarci per essere perquisiti, comprese le mie sorelline di tre e un anno. I soldati gli urlarono contro. Ero terrorizzata che potessero uccidere mio padre. Ricordo ancora vividamente il viaggio in auto attraverso Gerusalemme dopo quel calvario e, sporgendo la testa dal finestrino, pensai: questo è ciò che significa essere palestinesi. Noi non piacciamo alla gente, e quindi ci trattano male.
CHERIEN DABIS
MyMovies - Vedendo questo film vengono alla mente le parole pronunciate nel febbraio di quest'anno ad una radio ultraortodossa dal vicepresidente della Knesset (il parlamento israeliano): "Chi è innocente a Gaza? I civili sono usciti e hanno massacrato la gente a sangue freddo. Sono feccia, subumani, nessuno al mondo li vuole. I bambini e le donne vanno separati e gli adulti eliminati." Sono parole che dovrebbero far rabbrividire chiunque si ritenga umano e, purtroppo, non si tratta di una fake news.
Questo film ci porta dalla parte dei 'subumani' e ce ne mostra la vita nel susseguirsi degli anni, mostrando come chi viene sottoposto a soprusi non venga messo nella condizione di poter sviluppare sentimenti di fratellanza ma possa conservare comunque un senso profondo di umanità.
Taxidrivers - Dabis è in grado di descrivere l’identità culturale e sociale del popolo palestinese raccontando gli eventi di tre generazioni diverse, apparentemente lontane ma vicine fra loro. Partendo dai primi sfollamenti del 1948 da parte dell’esercito israeliano fino alle Intifada, notiamo come ogni membro della famiglia vive sotto il peso delle ferite ereditate. La regista, figlia di un rifugiato palestinese, ha evidenziato il significato dietro la realizzazione dell’opera.
“Tutto quello che resta di te non ha un approccio politico. È profondamente personale e intimo. (…) Un dramma con momenti intensi e commoventi, che lascia spazio anche alla gioia e all’amore, rendendolo un viaggio indimenticabile nella storia Palestinese”