di Scandar Copti, Palestina, 2024, 120′
con Kousi Orfahli, Manar Shehab, Wafaa Aoun, Merav Mamorsky, Toufic Danial
Quattro personaggi interconnessi condividono le loro realtà, mettendo in primo piano le complessità dei rapporti tra culture, generazioni e generi diversi. Rami, palestinese di Haifa, deve fare i conti col fatto che la sua ragazza ebrea ha improvvisamente cambiato idea sul suo aborto programmato. Hanan, madre di Rami, affronta una crisi finanziaria e si ritrova invischiata in complicazioni quando chiede il risarcimento per l’incidente della figlia Fifi. Miri è costretta ad affrontare la depressione della figlia mentre insieme a Rami cerca di convincere la sorella a interrompere la gravidanza. Fifi è tormentata dal senso di colpa per aver nascosto un segreto che mette a rischio la reputazione della famiglia e la relazione appena agli inizi con il dottor Walid.
Dalle 19:00 Cena a tema su prenotazione: Due popoli due stati
€ 18,00 bevande escluse - prenota via whatsapp al numero 3278399417 entro Lunedì mattina
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Cineforum.it - Un titolo antifrastico, in un microcosmo famigliare dove la libertà è incrinata dalla ristrettezza degli orizzonti culturali e dalle barriere patriarcali di pregiudizi moralistici. Come dichiarato dal regista palestinese Scandar Copti, “happy holidays” nel mondo anglosassone è un augurio ironico, riferito a un conflitto che scoppia dopo le festività; in arabo è un auspicio che il clima gaio della cerimonia possa ripetersi nei giorni futuri. (...) Girato prima degli attacchi del 7 ottobre 2023, Happy Holidays come affresco generazionale a mosaico intercetta l’oppressione di schemi mentali ardui, contradditori e quasi inconsci negli uomini e più palpabili e sofferti nelle donne, che Scandar Copti, memore della lezione di Antonioni, elegge a simbolo di un disagio taciuto, di cui è chiave di volta la sessualità, in una partita impari giocata sul corpo delle donne, sulle loro scelte affettive e sul loro ruolo genitoriale.
SentieriSelvaggi.it - Scandar Copti riesce a mettere in piedi un film molto complesso sul piano narrativo. Apparentemente sembra un classico lungometraggio ad episodi (e formalmente lo è), ma piano piano si scopre che in ciascuno di questi, mentre scorre la storia del protagonista di turno, sono gli elementi sullo sfondo a catturare l’attenzione, piccole note stonate in racconti di per sé lineari. Ed è anche un film dapprima corale, ma il cui focus si sposta sempre più verso uno dei personaggi in particolare. Ecco allora che Happy Holidays diventa quasi Rashomon, L’innocenza o The Last Duel: di capitolo in capitolo ci si rende conto che il punto centrale sta nel segreto di Fifi e che i comportamenti dei suoi familiari sono quindi sempre visti in relazione a questo mistero.