di Hong Sang-soo, Corea del Sud, 2024, 91′
con Isabelle Huppert, Lee Hye-yeong, Kwon Hae-Hyo, Yunhee Cho, Sung-guk Ha.
Una donna venuta da chissà dove, dice di provenire dalla Francia. Era seduta su una panchina in un parco del quartiere, intenta a suonare un flauto dolce. Senza soldi o mezzi per mantenersi, le è stato consigliato di insegnare il francese. Così è diventata insegnante di due donne coreane. Le piace camminare a piedi nudi sul terreno e sdraiarsi sulle rocce. E si affida al makgeolli per un po’ di conforto.
Il film è in versione originale - inglese, francese e coreano - con sottotitoli
Quinlan.it - «Ripeti molte volte»: lo dice Iris, la misteriosa signora che insegna francese, interpretata da Isabelle Huppert, a una ragazza cui ha assegnato di imparare le sue frasi trascritte su un blocchetto di schede. Così è la cifra stilistica di Hong Sangsoo: non esiste un cinema come quello del cineasta sudcoreano che si fondi in maniera così ossessiva sulla reiterazione insistita ed estenuante, di situazioni, ruoli, personaggi, schemi narrativi, di film in film e all’interno di ogni film. Elementi presi dalla vita proprio come fa l’insegnante interrogando le sue allieve e annotando le risposte su quei blocchetti.
FilmTv - In Una viaggiatrice a Seoul, dove a sette anni da La caméra de Claire torna Isabelle Huppert, i colori del personaggio di lei (il vestito a fiori, il cappello di paglia, il maglioncino verde) si perdono nello sfondo, come se tra il mondo e il personaggio non ci fosse più alcuna differenza. Eppure questa volta la differenza si palesa non in quell’epifania visiva dai contorni sfuggenti e ineffabili attorno a cui ruotava la vicenda di In Water, ma nel linguaggio. Iris (talmente indistinta dal mondo da avere addirittura il nome di un fiore) è infatti un’improvvisata maestra di francese a Seoul, e nella gran parte dei dialoghi del film si sovrappongono tre lingue diverse: il coreano, il francese e l’inglese. Creando continue incomprensioni e fraintendimenti. Ma è proprio in queste fratture che qualcosa può accadere: «Impareremo ad amare le nostre emozioni espresse in una lingua straniera» dice Iris.