di Clint Eastwood, Usa, 2024, 114′
con Nicholas Hoult, Toni Collette, J.K. Simmons, Kiefer Sutherland, Leslie Bibb
Justin sta per diventare padre. Mentre la sua compagna sta affrontando le ultime settimane di una non semplice gravidanza, Justin viene chiamato a fare il giurato in un processo per omicidio: si renderà ben presto conto di aver ucciso lui incidentalmente la giovane vittima, investendola con la macchina in una buia notte di pioggia, e tenterà di scagionare l’imputato, un innocente che per la giustizia pare già condannato. Ma fino a che punto Justin è deciso a spingersi?
Mymovies.it - Clint Eastwood compone con la giuria, con l'accusa e con la difesa, individuando la complessità psicologica di ciascuno dei suoi personaggi e dispiegando la gravitas del film nelle interazioni tra i personaggi. Nessun ruolo, nemmeno il più piccolo, cede alla caricatura, attraversando conflitti intimi e rivelando insieme la fragilità del sistema legale americano, quando pregiudizi e presupposti profondi prevalgono sulle prove concrete, a volte anche con la sincera convinzione di fare del bene. Ma come la sua procuratrice, bussola morale del film, Eastwood non smette di cercare la verità per guardarla in faccia in una sequenza finale sospesa che suona come l'ultima ingiunzione aperta di un autore che non ha più nulla da dimostrare. Affatto interessato a impressionare qualcuno, usa il racconto cinematografico per riflettere costantemente su quello che pensa, convocando una vertigine metafisica. Un'ode al ragionevole dubbio e alla complessità in contrasto con l'attuale polarizzazione delle nostre società e con l'antico riflesso di accontentarsi delle spiegazioni più comode e immediate.
Quinlan.it - Giurato Numero 2, oltre a sottolineare che non siamo mai neutri di fronte a nulla, non nega che gli esseri umani dotino di pertinenza e valore un fenomeno tramite l’attribuzione di un significato complesso, solo che il circolare del senso nella struttura sociale è un rapporto tra individuale e collettivo e ancora tra collettivo e individuale. Dunque non possiamo in alcun modo accontentarci della percezione o dell’attribuzione di valore tramite bias cognitivi: occorre indagare perché la verità, in alcuni fatti, non è opinabile. Se qualcuno è un po’ meschino e di certo Justin non è eroico, nessuno però è cattivo in Giurato Numero 2 e tramite questa manovra un po’ inusuale, soprattutto nei legal dove un cattivo c’è spesso e volentieri, Eastwood costringe a riposizionare il pensiero in una sorta di comunità edenica, in cui nessuno vuole il Male, che però esiste fatalmente.