di Joel ed Ethan Coen, Usa, Gran Bretagna, 1997, 117′
con Jeff Bridges, John Goodman, Steve Buscemi, Julianne Moore, David Huddleston, John Turturro, Philip Seymour Hoffman, Tara Reid .
Los Angeles Anni Novanta. Jeffrey Lebowski passa la giornata tra una partita di bowling con gli amici Donny e Walter, una visita al supermercato in accappatoio e uno spinello. Un giorno però due brutti ceffi gli orinano sull'unico tappeto del suo appartamento scambiandolo per un ricco omonimo. Lebowski va a cercarlo con l'unico scopo di farsi rimborsare la perdita e finisce invischiato come corriere di un ingente somma di denaro che il magnate,costretto su una sedia a rotelle, deve pagare per riavere la giovane ninfetta che esibisce come trofeo coniugale.
Dalle 19:30 un drink con il critico!
Se vuoi unirti a noi, prima del film Simone Soranna ci racconterà del cinema dei Fratelli Coen e del loro film più iconico davanti a un white russian (ci sarà anche la birra, tranquilli...).
E' possibile cenare su prenotazione con il menu speciale "La città vecchia"
Costo €15 bevande escluse
Prenotazione necessaria via sms/Whatsapp al 327 7034745 entro le 12:00 del 21/03/2024
Il grande Jeffrey ‘Dude’ Lebowski, un reduce di giuste battaglie. Un eroe dei nostri (altri) tempi. Molto di più: un’icona di stile, con le sue camicie hawaiane, i bermuda, i sandali, la stazza debordante e filosofica, la malinconica coscienza di trovarsi sempre altrove rispetto al senso delle cose (che comunque non esiste). Beve White Russian, gioca a bowling, ha una collezione di amici scombinati, si confonde in cose di sesso con una maliarda rossa, figlia del miliardario che l’ha assunto perché porti a termine un affare di riscatti (il rapimento è il congegno narrativo di base, per i film dei Coen fino agli anni Novanta). Lebowski è insomma un Marlowe post-hippy, cinico quanto basta a salvarsi la vita, fedele ai propri principi etici ed estetici, incline a certi sogni lisergici. Nel loro film più divertente e rilassante, i Coen compongono con delicatezza l’elegia d’una marginalità di gran classe. In fondo, dopo di lui abbiamo guardato con più rispetto i nostri vecchi tappeti kilim: perché se Dude Lebowski ha detto che "danno un tono all’ambiente", bisogna pur credergli. (Paola Cristalli)