di Barak Heymann, Israele, 2021, 66′
con Dani Karavan, Noa Karavan, Tamar Karavan, Dina Porad, Lital Smog, Yehuda Bauer, Wim Wenders
L’israeliano Dani Karavan è stato uno dei più grandi artisti internazionali del ‘900: ha creato numerose installazioni in tutto il mondo, capaci di dialogare con la natura circostante e alla cui base ci sono i concetti di memoria, di comunione e di pace. Ma ora l’età comincia a farsi sentire, le istituzioni non si mostrano attente alla manutenzione di alcune sue opere e una nuova commissione, un monumento ai “Giusti di Polonia”, lo porterà a vivere un grave conflitto etico, politico ed artistico.
High Maintenance è un film diretto, emotivo e personale, tanto commovente quanto umoristico e appassionato. Un’opera perfetta con cui parlare di arte, memoria, whitewashing, senilità e dialogo tra i popoli.
Durante la raccolta del materiale per Mr. Gaga (il nostro precedente film) abbiamo incontrato e conosciuto Dani Karavan. Era irrequieto, appassionato, divertente e energico: ci siamo immediatamente e inevitabilmente innamorati del suo fascino.
Dani ha il potere di emozionare e persino di ipnotizzare chiunque incroci il suo cammino.
È stata la tensione tra l’età avanzata di Dani e il suo atteggiamento un po’ infantile nei confronti di tutte le critiche che gli sono state rivolte ad accendere la mia curiosità. Inoltre, mi sono subito reso conto che, mentre la maggior parte delle opere di Dani ha come tema centrale quello della memoria (di persone, eventi, epoche, luoghi), lui aveva raggiunto il punto in cui la sua stessa memoria cominciava a tradirlo.
Questo ulteriore contrasto ha aggiunto una profondità e un’emozione notevole alle riprese. Non c’è stato un solo momento di noia nei quattro anni e nelle quasi 300 ore di materiale cinematografico ripreso con Dani. Non avrebbe potuto esserci. Perché Dani ti sorprende sempre, ti emoziona, ti fa sbellicare dalle risate oppure ti afferra la testa per la frustrazione e ti insegna qualcosa.
Questo graduale processo che ho vissuto sarà, spero, condiviso dai miei spettatori, così come il mio grande affetto per quest’uomo unico che realizza arte unica.
Barak Heymann
“Assolutamente consigliato! Il nuovo film di Barak Heymann, con il suo con il suo umorismo, il pathos, il fascino e lo straordinario impatto visivo piacerà a un pubblico molto vasto.”
Jewish Film Review
“Questo film celebra tanto la semplicità quanto l’arte; attraverso i suoi 66 minuti, punta i riflettori sulla giovinezza e sull’accettazione della vecchiaia.
Ofer Libergal, Srita.net
“Il ritratto dello scultore di fama mondiale rivela la sua burbera eccentricità in modo umoristico. Il risultato è un delizioso film sempre rilevante. Il regista affronta una questione ampia: il modo in cui l’arte si rivela attraverso la sfera personale, pubblica e politica”.
Avner Shavit, Walla
“Il ritratto-duetto del protagonista del film Dani Karavan e del regista Barak Heymann è gestito con grande equilibrio anche grazie al montaggio preciso di Shira Hochman. Con il suo aiuto, nonostante la tendenza del duo a divagare, i due portano avanti un dialogo artistico, filosofico e politico aperto e approfondito, serio e umoristico in egual modo. Il loro incontro, durante il quale Heymann accompagna Karavan in un viaggio alle origini per visitare i suoi spazi creativi, dà vita a un’appassionante meditazione sul lavoro della memoria e del passare del tempo. Il montaggio permette a Hochman di saltare con eleganza, e con il giusto equilibrio, tra momenti di generoso omaggio all’artista nella sua vecchiaia e scene che creano una distanza critica, che Karavan affronta con caparbietà.”
Jerusalem Film Festival, dichiarazione della giuria