di Martin Scorsese, Usa, 2023, 206′
con Leonardo DiCaprio, Lily Gladstone, Jesse Plemons, Robert De Niro, Brendan Fraser
Oklahoma, primi anni Venti. Ernest Burkhart ha combattuto in guerra e torna nella nativa Fairfax in cerca di fortuna. Suo zio William Hale gli ha promesso un lavoro all'interno della Nazione Indiana degli Osage, che sono diventati improvvisamente ricchi perché sul terreno "risarcito" loro dagli yankee - perché sembrava infruttuoso - è comparso il petrolio in grandi quantità. Su consiglio dello zio, Ernest sposa una donna nativo-americana, Molly, in parte perché spera di appropriarsi delle sue ricchezze, in parte perché ne è davvero innamorato.
Nella Nazione Indiana gli Osage si stanno ammalando e muoiono uno dietro l'altro di una strana "consunzione", o di quella malinconia che i conquistatori sono ben contenti di far loro affogare nell'alcool. Quelle morti sono strategiche e stanno avvenendo anche nella famiglia di Molly. E la cittadina di Fairfax è piena di disperati pronti a commettere omicidi, furti e rapine, sapendo che la legge chiuderà un occhio su chi prende di mira i "pellerossa".
MyMovies - illers of the Flower Moon, ispirato al romanzo omonimo di David Grann, stana il peccato originale degli Stati Uniti: quella avidità e prepotenza di cui i pionieri si autoassolvono raccontandosi un mare di bugie. (...) Killers of the Flower Moon è un grande affresco che, prendendo le mosse da una serie di delitti, si libera della detection per illuminare le dinamiche dietro i comportamenti criminali, e il lato oscuro dell'animo umano che li razionalizza come "affari". Ma il senso di impunità e di autolegittimazione non è solo quello dei protagonisti di questa storia: è quello che ha consentito ad ogni sistema di potere di fare il bello e il cattivo tempo ritenendosi dalla parte giusta della Storia, e nel caso specifico è una critica sostanziale del sistema nordamericano.
Quinlan.it - Fluviale, densissimo, Killers of the Flower Moon ci riporta a una narrazione che può finalmente sedimentare, cosa oramai rara nel panorama hollywoodiano. Il gigantismo produttivo di Scorsese, a differenza di altre pellicole che inseguono senza reali motivi la lunga durata, calza perfettamente con le necessità narrative, con questo affresco storico e morale, con la necessità di ricostruire i fatti, di smascherare la pochezza umana dei cospiratori: non c’è, infatti, nessuna epica nelle gesta sanguinarie dei visi pallidi, nella loro brama di ricchezza, nella violenza spropositata, gelida, disumana – o, ahinoi, fin troppo umana. In tal senso, fin dalle performance di DiCaprio e dell’ottimo De Niro, la caratterizzazione dei vari loschi personaggi è volutamente marcata, a tratti persino comica.
FilmTv - Tratto dal libro di David Grann su una vera vicenda degli anni 20, The Killers of the Flower Moon sta (in 206 minuti, lunghissimi ma impercettibili) sul confine sottile che separa e mescola i generi: western in un West senza più miti, gangster movie con i killer che portano ancora il cappello da cowboy, mélo (con famiglie inquiete e dolenti e una love story reale ma incistata dal delitto), thriller, newsreel e fotografie in bianco e nero, un tocco di processuale, un guizzo finale camaleontico. Girata con calma e ritmo (battuto dalla musica con eco di tamburi e dal montaggio di Thelma Schoonmaker), un’epopea (un po’ alla Stevens di Il gigante) su uno dei tanti episodi oscuri della storia americana (con accenni anche a forze oscure, come il Ku Klux Klan e la Fbi di Hoover). Insieme al mefistofelico De Niro, Leonardo DiCaprio affronta sicuro un personaggio stolido ma tormentato, mentre brilla di imperturbabile complessità la bravissima Lily Gladstone.