di Alberto Rodríguez, Spagna, 2022, 125′
con Miguel Herrán, Javier Gutiérrez, Jesús Carroza, Catalina Sopelana, Fernando Tejero
Manuel è un giovane contabile con indosso un vestito di buona fattura e nelle tasche un pacchetto di sigarette - tutte cose che gli verranno tolte appena entrato a La Model, il carcere di Barcellona dove sono assegnati i detenuti in attesa di giudizio. È il febbraio 1976, siamo nella Spagna fascista e dittatoriale, e quello che aspetta Manuel è un periodo di attesa di sei o otto anni soltanto perché inizi il processo. Ma il suo periplo carcerario è scosso da quanto sta succedendo fuori: il caudillo Franco è morto ed è iniziata la Transición verso la democrazia. I prigionieri politici formano così il Copel, il gruppo dei carcerati in lotta, che con l'appoggio dei detenuti comuni chiede l'amnistia per i crimini commessi sotto il franchismo. Manuel si unisce a loro, e insieme al suo compagno di cella Pino, infiamma le rivendicazioni.
Quest'anno il cinema all'aperto torna sulla terrazza del Bloom. Poichè la strada adiacente è un po' rumoriosa vi consegneremo le cuffie da cui potrete ascoltare l'audio del film, regolando il volume secondo le vostre preferenze.
dalle 19:30 Cena a tema
FUGA SPAGNOLA
Sangria con tapas e pinchos
Crema Catalana
€ 15 bevande escluse - è necessaria la prenotazione entro lunedì 17 luglio: PRENOTA
MyMovies - È un gran lavoro di intrattenimento popolare e narrazione colta quello di Prigione 77, messo in scena dallo specialista Alberto Rodríguez, anzi, dagli specialisti Rodríguez e Rafael Cobos. Regista e sceneggiatore il primo, sceneggiatore il secondo, da quasi vent'anni i due insistono nel presentare gli strati più nascosti dell'anima spagnola attraverso piccoli e grandi racconti di genere, dalla ritrattistica generazionale di 7 virgenes e After agli affreschi socio-politici di Unit 7, La isla minima e L'uomo dai mille volti, tendendo sempre più i nervi scoperti di una nazione che ha le istituzioni che affondano fino al ginocchio nel lungo e complicato processo della Transición post-franchista.
Cinematografo - Un film “chiuso”, anzi recluso (e si perdoni la facile allusione), che fa del proprio spazio, la prigione del titolo, non un limite ma uno strumento allegorico per parlare di ciò che sta fuori. Sembra un giochino teorico a uso e consumo di letture pigre, eppure Prigione 77 rivela una stratificazione forse imprevista, non solo sul piano dei vari generi che vi si incontrano: il prison movie, va da sé; il western quale suggestione estetica; il period drama per attitudine; il thriller come vocazione; il film sulla fuga come orizzonte. Ma anche su quello storico, perché Alberto Rodríguez torna alle atmosfere dei suoi due film precedenti, uno dei più bei noir dello scorso decennio, La isla mínima, e la spy story da una storia vera L’uomo dai mille volti: l’eredità franchista di una Spagna che sta faticosamente uscendo dalla dittatura, con il popolo costretto a fare i conti con le risacche fasciste di un potere consolidatosi nei pertugi dello Stato.