di Davy Chou, Francia, Belgio, Germania, 2022, 117′
con Ji-min Park, Kwang-rok Oh, Guka Han, Kim Sun-Young, Yoann Zimmer
Freddie ha 25 anni, da molto piccola è stata adottata da una coppia francese che l'ha cresciuta amorevolmente, ma per qualche recondito motivo le sue origini coreane rimangono per lei un nodo irrisolto. In maniera piuttosto fortuita è costretta a trasferire il suo viaggio da Tokyo a Seoul, luogo in cui non riuscirà a ignorare il richiamo delle sue radici e finirà per mettersi alla ricerca della sua famiglia biologica. Nel giro di anni, fatti di silenzio, freddezza e poi riavvicinamenti, Freddie prova a ricostruire i pezzi sparsi della sua identità, cercando di comunicare con un padre alcolizzato che non parla nemmeno la sua lingua e una madre che non vuole farsi trovare.
MyMovies - Un ritratto di giovane donna decisa, determinata, sfrontata, coraggiosa, potente. Ma anche smarrita, alla ricerca di se stessa attraverso due continenti, e attraverso varie possibili vite. Una giovane donna adottata, dunque sospesa fra due mondi, l’Asia dei suoi genitori biologici, la Francia della sua cultura, della lingua che parla, della disinvoltura che esibisce, che porta addosso come una seconda pelle. Una donna, allo stesso tempo, fragilissima, che continua a chiedersi la domanda più crudele. Se sua madre la abbia amata, se sua madre abbia pensato a lei. È tutto questo e molte altre cose Ritorno a Seoul, film che nello stile è imprevedibile, fatto di sequenze che bruscamente passano da una situazione ad un’altra, da un tempo ad un altro – “due anni dopo”, “cinque anni dopo” – senza perdere tempo in spiegazioni. Tutto accade, quasi sempre in modo diverso da come lo immaginavamo.
Quinlan - è un film che funziona soprattutto grazie a un’accurata costruzione del personaggio principale, una costruzione “corale”, avvenuta grazie non solo alle memorie di Laure Badufle (ricostruite, secondo quanto asserito dal regista, con una certa fedeltà, compresa la questione della vendita delle armi), ma anche ai suggerimenti della sua giovane interprete, Park Ji-min, al suo debutto davanti alla macchina da presa. La quale riesce a rendere con estrema pienezza il magma di emozioni e sentimenti contrastanti che smuovono il suo personaggio. Inizialmente, Freddie appare decisa ad abbattere ogni barriera e sembra aperta e disponibile a ogni incontro, che avvenga casualmente o tramite Tinder.
Cineforum - Lontana da casa, senza riferimenti, personaggio volubile e mutevole, mossa da un pensiero e dal suo contrario, Freddie è una persona di cui, da subito, non si capisce quanto sia stata volontariamente catapultata alla ricerca delle proprie radici. Significativamente, il titolo internazionale del secondo lungometraggio di finzione di Davy Chou sarebbe dovuto essere All The People I’ll Never Be, un titolo bellissimo, perfettamente aderente al problema di Freddie con la propria identità, alla relazione con il proprio sradicamento, al confronto costante con l’altro, con la (presunta) felicità altrui, e la necessità di indossare una maschera scontrosa, altezzosa, ostile, reinventarsi in un contesto dove solo il suo aspetto esteriore, superficiale è conforme a quello di chi la circonda.