di Massimiliano Pacifico, Italia, 2019, 78′
con Pietro Casella, Giuseppe D'Ambrosio, Davide Iodice, Margherita Laterza
Il 21 novembre 2004 a Secondigliano è stato rinvenuto il corpo carbonizzato di una giovane donna di 22 anni, torturata e poi uccisa prima di consegnare lei e la sua automobile alle fiamme. Da allora la famiglia di Gelsomina Verde si è costituita parte civile e il fratello Francesco cerca “di darle degna sepoltura”. Massimiliano Pacifico ha sceneggiato con Dario De Natale e la consulenza di Francesco Verde un progetto che ripercorre la vicenda di Gelsomina, e ne filma la messa in scena affidandone la regia teatrale a Davide Iodice e l’interpretazione a cinque attori che attraversano metaforicamente un luogo dove “non c’è niente di normale”.
Rassegna intercomunale di film contro tutte le mafie organizzata da Brianza Sicura.
«È un film che porta con sé il fardello di una grossa responsabilità: raccontare una vicenda sfuggendo ai cliché delle storie di camorra, onorando la memoria della vittima, ma affrontando la questione contraddittoria della vicenda del risarcimento da parte dei carnefici alla famiglia della vittima, puntando così il dito contro uno Stato che fa davvero pochissimo per tutelare i propri cittadini.» – Massimiliano Pacifico
«Nel 2004 la ventunenne Gelsomina Verde venne sequestrata, torturata e uccisa dalla camorra… la sua storia diventa oggi una pièce di teatro, il cuore i un film che dalla ragazza prende il nome e che in una villa di Polverigi vede un manipolo di attori capeggiati dal regista e drammaturgo Davide Iodice mettere in scena vita e morte della giovane.» – Il Venerdì di Repubblica